Quella sera del 29 agosto del 2000 la vita per il ventiquattrenne Andrea Stella, residente a Sandrigo, provincia di Vicenza, stava definitivamente per cambiare. Andrea si era appena laureato in legge all'università di Trento e dopo una serie di colloqui negli uffici legali del vicentino aveva già trovato un primo impiego in un importante studio specializzato in diritto societario e internazionale.
Andrea Stella, giovane e brillante, proviene da una famiglia d'importanti imprenditori di Thiene; la loro ditta, la Estel, è nata con il nonno paterno nel 1937 e produce raffinati componenti di arredo. Fino a quella maledetta notte del 29 agosto del 2000 la vita di Andrea era perfetta, tra sport (vela e sci erano quelli preferiti), le zingarate con gli amici fino ai progetti di una vita e di una carriera che pareva essere a portata di mano.
Ma quella sera Andrea Stella sarebbe andato incontro a un destino crudele. Si trovava a Fort Lauderdale, vicino a Miami, in Florida per un viaggio premio dopo aver ottenuto la laurea e con l'obiettivo di migliorare la lingua inglese.
Quella sera Stella si era dato appuntamento con due amici per andare a bere un drink in un locale riva al mare. Era un po' in ritardo quando arrivò sotto casa del primo dei suoi amici che abitava in una zona residenziale di Fort Lauderdale. parcheggiò e suonò al campanello. L'altro non rispose, era già uscito per incamminarsi verso il locale dell'appuntamento. A quel punto il giovane vicentino ritornando verso la propria auto vide tre persone a volto coperto intente a rubare la macchina. Uno dei ladri si girò verso Andrea e gli sparò due pallottole che lo ferirono in modo devastante al fegato al polmone e alla colonna vertebrale.
Passò 35 giorni in coma farmacologico a Miami prima di essere trasportato all'unità spinale dell'Ospedale di Vicenza dove apprese che le lesioni alla colonna vertebrale gli avevano paralizzato per sempre le gambe. Da quel giorno un nuovo scenario s'impose nella vita di Andrea che dovette rimanere in ospedale fino a febbraio del 2001. Inizialmente quella nuova imprevista realtà Andrea la rifiutò. «Mi ammazzo» era il pensiero più frequente che il giovane ripeteva ai suoi genitori e agli amici che gli stavano vicino. Ma la fortuna di avere accanto un padre straordinariamente progettuale ha lentamente messo nella condizione Andrea di vedere nel proprio futuro degli obiettivi e dei traguardi che fossero lo stesso affascinanti.
«Perché non torni ad andare in barca a vela» gli propose il genitore, intravedendo in quello sport tanto amato un motivo per tornare a vivere. Andrea si rese subito conto di quante barriere architettoniche, sia culturali sia fisiche, esistono nella nostra società e decise di costruire una barca a vela, un catamarano, privo di queste.
Comprese come progettare e lavorare per persone con un handicap, significasse risolvere problemi apparantemente insormontabili: basta una passerella più larga su di una barca a vela per mettere nella condizione anche le persone senza disabilità di muoversi in modo più semplice.
Così a Dervio in provincia di Lecco nel Cantiere Mattia e Cecco nasce il primo catamarano privo di barriere architettoniche lungo 17 metri e capaci di esaudire il sogno di Andrea: fare l'attraversata dell'Oceano.
Così nel 2004 Andrea accompagnato da velisti straordinari come Mauro Pelaschier e Giovanni Soldini torna a Miami a bordo del suo catamarano salpando da Genova.
«Lo spirito di Stella», questo il nome del catamarano, ha attraversato l'Oceano portando con sé altri sei ragazzi con disabilità e ospitando, a Valencia per un giorno anche Re Juan Carlos. Quell'esperienza di una traversata atlantica per tornare nel luogo che lo aveva «rovinato» ha messo Andrea nella condizione di capire sempre di più la nuova vera e profonda missione della propria vita: progettare ogni cosa senza barriere per rendere possibile un'esistenza più semplice anche a chi non è disabile.
Così la progettazione del primo catamarano senza barriere architettoniche diventa per Andrea simbolo di un progetto di vita. Nel 2011 compie la sua seconda traversata atlantica portando a New York la carta dei diritti dell'uomo con disabilità. Progettare senza barriere significa mettere nella condizione chiunque, anche i bambini di essere utilizzatori della città in modo libero. Progettare senza barriere significa per Andrea progettare la libertà di ognuno di noi.
La fortuna per Andrea è stata quella di avere sempre vicino un padre, Pierluigi, che è stato parte attiva nella progettazione prospettandogli sempre tutte le cose che poteva ancora fare. «Spesso - racconta Andrea - ci sono famiglie che si chiudono nel loro dramma e costruiscono dentro i loro cuori barriere che sono insormontabili».
Da qui con l'associazione «lo spirito di Stella» Andrea ha inaugurato un sailing campus con barche da tre metri e che grazie a partners come Lottomatica ha permesso a quasi cinquemila persone gratuitamente di approcciare al mondo della vela anche se disabili. Ma la progettazione di Andrea si spinge oggi anche verso le abitazioni che dovrebbero essere in grado di accogliere in modo positivo chi esce paraplegico dalle unità spinali.
Oggi chi lo incontra (da quasi un mese è il nuovo presidente dei Giovani Imprenditori di Confindustria Vicenza), ne rimane contagiato
per la progettualità e la forza comunicativa di chi ha trovato una profonda motivazione di vita che gli fa dire «oggi non saprei se toglierei dalla mia vita l'esperienza di essermi trovato paralizzato». Non mente.@terzigio
- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
- sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.