La porchetta scalda gli animi. Ma non pieghiamoci ai diktat

La statua comparsa nel cuore di Trastevere è un insulto, ma non al perbenismo degli animalisti ortodossi, quanto alla storia e alla grandezza della Città Eterna

La porchetta scalda gli animi. Ma non pieghiamoci ai diktat

L'unica cosa più brutta della statua alla porchetta piazzata a Roma è la statua della porchetta sovrastata dagli striscioni con lo slogan "gli animali sono nostri fratelli".

La comparsa dell'installazione quantomeno discutibile nello storico quartiere di Trastevere ha scatenato i perbenisti. Ma non perché la statua, tragicomica, realizzata da Amedeo Longo per conto del Rome University of Fine Arts, sia di per sé un insulto alla bellezza della Città Eterna, ma perché offenderebbe la sensibilità di circa trecentomila romani vegani e vegetariani, che in essa vedono un insulto al valore della vita degli animali esseri senzienti: "Proviamo ribrezzo e sconcerto di fronte a una tale schifezza che qualcuno definisce arte - si legge in una nota di Aidaa (Associazione Italiana Difesa Animali e Ambiente) - e per la mancanza di rispetto verso i maiali, animali tra più uccisi e macellati nel mondo occidentale".

La scultura di travertino, che rientra nel progetto "Piazze Romane", promosso dal I Municipio per valorizzare il Made in Italy, avrebbe dovuto secondo Sabrina Alfonsi e Giuseppa Urso, rispettivamente presidente e assessora alla Rigenerazione urbana del Municipio Roma 1 (Pd), celebrare una tradizione romana andata perduta, l’atto del consumare il cibo all’aperto. La cosa tragicomica è che gli amministratori in questione siano esponenti di quella stessa sinistra che del fanatismo su tematiche del genere ne ha fatto una bandiera.

Ciò che interessa ai romani, invece, che sono 3 milioni e per il 90% onnivori, è che la città che fu teatro dello scontro tra Bernini e Borromini a colpi di arti scultoree abbia riservato nel Terzo Millennio una delle piazze più suggestive di Trastevere a questo obbrobrio. Al di là delle polemiche e dei diktat delle varie associazioni, la statua è brutta: per questo andrebbe tolta.

La leggenda narra che a metà del XVII secolo quando Gian Lorenzo Bernini realizzò la Fontana dei Quattro Fiumi a Piazza Navona, avesse scelto di rappresentare uno di loro, il Rio de la Plata, con il braccio sinistro rivolto verso l'alto, un po' per coprirsi il volto dalla "bruttezza" della facciata della prospicente chiesa di Sant'Agnese, realizzata dal rivale Borromini, e un po' per ripararsi dall'imminente sbriciolamento dell'edificio. In realtà trattasi di leggenda popolare.


Ma se avesse dovuto realizzare, nel 2021, una scultura in risposta alla volgarità della porchetta di Trastevere e alla goffaggine degli animalisti e associazioni varie, interessate più al politicamente corretto che alla totale e consolidata mancanza di gusto, cosa si sarebbe dovuto inventare?

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