All'Antartide manca una quantità di ghiaccio marino delle dimensioni di nove volte l'Italia, grande come l'Argentina. Inoltre, le calotte polari hanno perso 7.560 miliardi di tonnellate di ghiaccio negli ultimi 30 anni, secondo una ricerca della britannica Northumbria University finanziato dalla Nasa e dall'Agenzia Spaziale europea, l'Esa.
Ogni inverno, le condizioni di congelamento portano alla formazione di un vasto anello di ghiaccio marino intorno all'Antartide, che si gonfia da pochi milioni di km quadrati in estate a un massimo di 18-20 milioni di km quadrati intorno a settembre. Quest'anno, tuttavia, l'estensione del ghiaccio è nettamente inferiore e, al 28 luglio scorso, è stata di 2,7 milioni di km quadrati meno della media storica degli ultimi 45 e di oltre un milione di km quadrati in meno rispetto al totale di 15,62 milioni di km quadrati del 2022, secondo l'Arctic Data Archive System del Giappone.
Gli scienziati stanno cercando di capire il perché. «Questo è ben al di fuori del suo normale intervallo di variabilità ed è equivalente a cinque sigma», spiega il professor Tim Naish, uno dei principali glaciologi, scienziati del clima e direttore dell'Antarctic Research Centre di Wellington, in Nuova Zelanda, aggiungendo che «in termini statistici equivale a una probabilità di circa uno su 7,4 milioni. Prevederlo era più facile che vincere al lotto». Secondo il professor James Renwick, scienziato del clima della Victoria University di Wellington, che ha studiato le tendenze del ghiaccio marino per decenni, sono necessari ulteriori dati per capire se l'evento di quest'anno è un'anomalia, una tantum o qualcos'altro.
«Di certo è molto insolito e preoccupante, io non ho mai visto nulla di simile, ma l'unica cosa che ho imparato è che ci sono un sacco di variabili coinvolte - spiega - Che cosa lo sta causando? Questa è la domanda da un milione di dollari».
Per molti la riduzione del ghiaccio marino è così drammatica che potrebbe segnalare un importante punto di svolta. «Tutti dovrebbero essere preoccupati per ciò che sta accadendo in Antartide», ha spiegato ieri al Sunday Times il professor Benjamin Horton, direttore dell'Osservatorio terrestre della Nanyang Technological University di Singapore, precisando però che «il legame con il clima è chiaro. La diminuzione del ghiaccio marino arriva quando la temperatura della superficie oceanica del mondo ha raggiunto il massimo storico».
Il ghiaccio marino riflette grandi quantità di luce del sole nello spazio, mantenendo la Terra fresca, mentre l'acqua aperta più scura assorbe maggiore calore del sole. Inoltre è anche un habitat vitale per molti animali ed è essenziale per il krill, piccoli crostacei simili a gamberetti che si nutrono dei prati algali durante l'inverno e che sono una fonte di cibo fondamentale per pesci, balene, foche, pinguini e uccelli marini.
A detta del direttore del dipartimento di Scienze del sistema Terra e tecnologie per l'ambiente del Cnr, Fabio Trincardi, intervistato dall'Ansa, il ghiaccio marino Artico sembrerebbe «destinato a scomparire in estate nel giro di un decennio, con
conseguenze devastanti sul bilancio termico della Terra, così come la calotta della Groenlandia pare ormai destinata a fondersi contribuendo in pochi secoli a un innalzamento globale del livello del mare fino a sette metri».
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