Appalti Anas, Verdini jr chiede il patteggiamento

Istanza per 2 anni e 10 mesi e lavori di pubblica utilità. La Procura ora deve dare il via libera, poi toccherà al Gip

Appalti Anas, Verdini jr chiede il patteggiamento
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Chiede di patteggiare Tommaso Verdini, figlio di Denis, coinvolto nell'inchiesta della Procura di Roma su una presunta corruzione negli appalti dell'Anas. L'istanza di patteggiamento è stata depositata nei giorni scorsi dai difensori di Verdini Jr, con la richiesta di 2 anni e 10 mesi per corruzione, e che la pena sia sostituita con i lavori di pubblica utilità. Ora i magistrati capitolini dovranno valutare se dare il via libera, poi l'ultima parola spetterà al Gip. Tommaso Verdini è agli arresti domiciliari da fine dicembre. Poche settimane visto il «solido quadro indiziario» i pm avevano chiesto e ottenuto il giudizio immediato per lui, per il socio Fabio Pileri e per due imprenditori, Antonio Veneziano e Angelo Cicotto, tutti ai domiciliari. Anche Cicotto ha presentato un'istanza di patteggiamento a un anno e 11 mesi con sospensione della pena. Un altro imprenditore coinvolto, Stefano Chicchiani, aveva invece già patteggiato un anno per traffico di influenze ed era uscito dal processo. Restano indagati Denis Verdini, da un mese in carcere a Sollicciano per scontare tre condanne definitive - tornato in cella dopo che in questa indagine erano emersi dei suoi incontri al di fuori del regime dei domiciliari a cui era sottoposto - e tre funzionari dell'Anas a piede libero. Per loro è atteso l'avviso di conclusione indagine.

Per i pm, che contestano a vario titolo la corruzione, il traffico di influenze e la turbativa d'asta, sarebbe stato questo il presunto schema corruttivo: gli imprenditori avrebbero pagato consulenze «fittizie» alla Inver, la società di lobbying di Verdini jr e di Pileri, solo per avere «una corsia preferenziale in Anas» e aggiudicarsi gli appalti. Corsia preferenziale che sarebbe stata garantita, secondo l'accusa, dall'asservimento di tre dirigenti della società pubblica - Luca Cedrone, Stefano Petruzzelli e Paolo Veneri - che avrebbero fornito documentazione riservata sulle gare (disciplinari e altro) prima che fosse pubblica, favorendo così i clienti della Inver. I dirigenti di Anas, che nelle intercettazioni venivano definiti «i marescialli che presiedono il fortino», lo avrebbero fatto in cambio - e questa è l'utilità della presunta corruzione, non del denaro - di «avanzamenti di carriera in Anas o ricollocamento in posizioni lavorative di rilievo». Tutto «grazie al peso politico di Denis Verdini», che sarebbe stato un «socio di fatto della Inver».

Quanto a due funzionari Anas, avrebbero invece incontrato gli imprenditori con i loro intermediari, Verdini e Pileri, fuori dalle sedi istituzionali per fornire informazioni riservate sulle procedure in corso. Cedrone, da Rup di una delle gare, si sarebbe attivato per «avvicinare componenti della commissione» nell'interesse di uno degli imprenditori.

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