Milano - Trentasette applausi in novanta minuti. L'incontro di ieri sera al Four Seasons tra Giovanni Toti e Stefano Parisi sul futuro del centrodestra, ha fatto registrare un vero e proprio tifo da stadio. Quelle acclamazioni corredate da tanti «bravo!» e «giusto!», erano tutte dimostrazioni di stima nei confronti di entrambi i protagonisti del centrodestra italiano. E i sentimenti dei seicento presenti in sala (di ogni età) rispecchiavano perfettamente quelle ovazioni che hanno diviso la sala. «Sono senza dubbio con Parisi - dice Cinzia Stabilini - Lui è il nostro futuro basti vedere la campagna che ha fatto per Milano. Ma non sono tanto convinta del No al referendum perché secondo me il centrodestra non è ancora pronto per andare a elezioni e se cade Renzi il Paese potrebbe cadere nelle mani di qualcuno peggiore di lui, o ancor peggio in mano ai grillini. Se andiamo a votare adesso perdiamo per cui lasciamo Renzi che è il meno peggio e puntiamo su Parisi per il domani. Oltre a Parisi non c'è nient'altro».
Toti e Parisi ieri si sono punzecchiati a dovere ma su una cosa erano entrambi d'accordo: «Non ci sarà mai più un leader come Berlusconi». Dal pubblico una signora urla: «Ma non è mica morto!». «No, no, anzi sta anche molto bene», risponde Parisi. «Meno male che Silvio c'è!», urla un altro. E infatti molti in sala non ci stanno a credere che Berlusconi venga messo da parte. Neppure a 80 anni. «Berlusconi lo adoro - dice Clara Liborio -. Lo apprezzeranno davvero solo quando non ci sarà più. Ha capacità di tenere le fila del centrodestra che non ha nessuno. Lui non dovrà stare dietro alle quinte ma davanti. Ha ancora capacità eccezionali: magari è stato meno capace di scegliersi i collaboratori in politica. Ora c'è Parisi, però dovrebbe essere più cattivo, è troppo buono».
Toti ha fatto il pieno di applausi quando ha ricordato che «solo ritrovando l'unità si può ancora vincere». Ioana Rotaru, di origine romena, in Italia dal 1984, spera che nel centrodestra si faccia avanti un leader liberale: «Io vengo da un paese ex comunista dove la gente non era libera. Le mie idee liberali di oggi nascono da quel periodo di prigionia. Per questo mi piace un liberale come Parisi, che comunque è stato già insignito da Berlusconi». Un po' più scettico Gianfranco Lucchini che pur riconoscendo i meriti e le doti del manager spera che «non si ritagli un ruolo da tecnocrate. Nella sfida con Sala si è rivelato all'altezza. Speriamo riesca a mettere insieme le anime diverse del centrodestra. Berlusconi deve essere il deus ex machina al quale fare riferimento date le sue capacità ineguagliabili. Ma ora deve farsi aiutare». Anche Stefano Maullu, eurodeputato di Forza Italia crede che il futuro del centrodestra non possa «prescindere da Berlusconi e dalla ricetta del 1994, quanto mai attuale».
Maria Antonietta Baviello, 30 anni, è fiduciosa perché «questo avvicinamento con i giovani grazie a Parisi mi piace molto. Con lui vedo un po' di luce, vedo una persona controcorrente che è stata capace di mettersi contro tutto e tutti».
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