È un pellegrinaggio culinario che attraversa tutta Italia quello affrontato dall'ex sindaco di Roma Ignazio Marino e che ora gli potrebbe costare un processo per l'accusa di peculato e falso. Una "via crucis" che parte da Genova e passa per Firenze e Milano, per poi finire a Roma, con la prerogativa di quei pagamenti addebitati sulla carta fornita dal municipio capitolino.
È Il Messaggero a proporre un excursus sulle spese che sono costate tanto all'ex primo cittadino in quota Pd, in uno scontrino-gate in cui si legge di 200 euro spesi in formaggi e salumi alla pizzera Il ponte di Genova, in una cena che risale al 3 settembre 2013.
Altri 425 euro vengono sborsati per la cena alla Trattoria antico fattore a Firenze, il 23 ottobre. E c'è un episodio del 28 giugno 2014 in cui Marino giustifica uno scontrino da 197 euro per una cena al Cybo con la presenza di un "senatore della Repubblica" a tavola. Un dettaglio che agli inquirenti non torna.
134,50 euro per lo Zen Sushi, con "due giornalisti della stampa estera". 65 al Daruma sushi con un "rappresentante di una Onlus" e tante altre ancora, fino ai 180 euro per taglieri di salumi, tagliete e filetti di manzo al Bellacarne, dove si trovava - dice - con rappresentanti delle associazioni sportive.
Le mete preferite? La Taverna degli amici, Sapore di mare, Al vero
girarrosto toscano e Archimede a Sant'Eustachio, vicini alla casa sua e della madre. In quest'ultimo locale Marino si servì di spaghetti all'aragosta con membri "della Comunità di Sant'Egidio". Peccato che loro smentiscano.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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