Armi a lungo raggio, pressing di Zelensky: "Dobbiamo trattare in posizione di forza"

ll leader ucraino: "Putin assassino, vuole privarci della sovranità". E vede Meloni

Armi a lungo raggio, pressing di Zelensky: "Dobbiamo trattare in posizione di forza"
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«Buonasera Italia e grazie per il sostegno al nostro Paese e alla nostra gente». Sceglie l'Italiano Volodymyr Zelensky per salutare la platea del Forum Ambrosetti di Cernobbio e ribadire, una volta di più, lo stretto legame con il nostro Paese. Blindatissimo, circondato da decine di guardie del corpo, alcuni in mimetica e altri in borghese, arriva dalla base aerea di Ramstein, in Germania (dove ha incontrato tra gli altri il Cancelliere Scholtz), in anticipo rispetto al previsto. Faccia scura, teso e con poca voglia di parlare al di fuori del previsto intervento ufficiale, concedendosi solo un veloce e svogliato saluto con la mano. Ma dopo i colloqui privati, ritrova la verve già vista in questi lunghi mesi di guerra e mette in rassegna idee e obiettivi chiarissimi.

Su tutti, il divieto di utilizzare armi a lungo raggio sul territorio russo: «Qual è il limite? Bisogna chiederlo a Putin. Lui non ha limiti, non mollerà finché non distruggerà la nostra nazione. Sta uccidendo i civili, ha deportato 20mila bambini. Quindi qual è il limite? - chiede Zelensky - Quando qualcuno dice di aver paura che potremmo attaccare il Cremlino.... È un peccato che non si possa farlo, le armi a lungo raggio possono arrivare solo a 200km di distanza. È uno scherzo ovviamente ma la questione è veramente seria. 4mila bombe al mese stanno distruggendo il territorio ucraino, l'unico modo per fermarli è usare armi a lungo raggio ma solo su obiettivi militari. Noi non vogliamo colpire i civili, non abbiamo mai attaccato le loro infrastrutture civili. Lo abbiamo dimostrato anche nel Kursk dove abbiamo creato corridoi per i civili e non abbiamo ucciso nemmeno una persona tra i civili». Questione aperta, su cui i partner occidentali continuano a nicchiare, temendo una ulteriore escalation del conflitto.

Ma un dialogo è possibile? Secondo Zelensky per sedersi a un tavolo serve una sola e fondamentale condizione: costringere Putin a farlo. Ma su posizioni differenti. «A lui non interessa farlo, la sua unica missione è annientarci. Come si può negoziare a questo livello? Come si può dialogare? Lui è un assassino. Sappiamo tutti che è un bugiardo e che le sue parole contano zero - attacca il presidente ucraino - Bisogna rispettare le regole internazionali e su questo dobbiamo lavorare. L'Ucraina deve arrivare ai negoziati in condizioni di forza altrimenti perderemo la nostra nazione. Abbiamo bisogno di un pieno sostegno del nostro piano di pace, dagli Stati Uniti, all'Europa, all'Italia. Dobbiamo operare insieme per spingere Putin a sedersi al tavolo perché lui non vuole la pace. La Russia non ci lascia scelta, dobbiamo combattere per proteggere il nostro Paese. Putin sperava in una guerra rapida ma non molliamo...». Anche per questo, l'operazione Kursk: «Volevano colpire anche a Nord, questa operazione è servita a proteggere i nostri civili. Ora anche loro sentono la pressione».

Da Zelensky parole di ringraziamento e grande stima nei confronti del nostro Paese. «L'Italia sta facendo di tutto per portare avanti la nostra formula di pace. L'Ucraina non sta chiedendo nulla di più di quello che il vostro paese e gli altri partner stanno facendo. Grazie per il vostro sostegno. Con il ministro Tajani abbiamo ottimi rapporti, abbiamo dialogato a lungo con lui. Ho ringraziato Stati Uniti, Regno Unito, Francia e L'Italia, in particolare per i sistemi di difesa messi a disposizione». Zelensky poi conferma il previsto faccia a faccia con la premier Meloni. «Mi incontrerò con la premier (questa mattina, in privato, ndr) e sono sicuro che raggiungeremo i nostri obiettivi. Stiamo organizzando una conferenza sulla ricostruzione proprio in Italia e sono sicuro che il vostro Paese ci aiuterà.

Sono molto fiducioso che insieme potremmo farcela». Un pizzico di ottimismo in uno scenario che resta tragico. Prima di sparire per una notte blindatissima in una località segreta. Con il pensiero sempre a questa maledettissima guerra.

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