Milano. Due volti, due personalità, a velocità alternata. Quella da viscido gentiluomo, da «ma cosa vuoi che sia», Ghit Z. R.R. - pizzaiolo 36enne incensurato e regolare sul territorio - ce l'aveva stampata in faccia anche ieri all'alba, quando gli investigatori della squadra mobile di Milano insieme ai colleghi del Compartimento Polfer Lombardia sono andati ad arrestarlo nell'appartamento dove abita, al Dergano (periferia nord di Milano). «Non ho fatto niente di particolare» ha detto pacato ma subdolo ai poliziotti, come se due settimane prima quelle molestie a una giovane viaggiatrice sul Passante ferroviario di Milano, fossero state una esperienza consenziente e condivisa. Lei, la vittima, quella faccia che cambia tratti all'improvviso, quelle due anime, ce le aveva bene impresse nella mente: «La mattina del 5 aprile, sulla banchina alla stazione di Milano Garibaldi, quando gli ho chiesto se quello su cui stavo per salire era il Suburbano che da Varese andava a Treviglio (Bergamo), quel ragazzo che indossava una felpa color arancio, due piccole buste della spesa in mano, il marsupio a tracolla, mi era sembrato gentile, disponibile, pronto ad aiutarmi. Una volta a bordo del convoglio, però, mi ha raggiunta nella parte superiore della carrozza, mi si è seduto vicino cercando di fare conversazione e all'improvviso aveva guardato fisso davanti a sé, un'occhiata fissa, vitrea, come se fosse altrove e neanche mi ascoltasse più. Appena il treno è partito mi ha messo una mano sulla bocca e mi ha aggredita, immobilizzata, spingendomi contro il finestrino e schiacciandomi contro i sedili, grazie anche alla sua notevole forza fisica. Era diventato una persona completamente differente, insomma, si era trasformato» aveva spiegato in sede di denuncia, qualche ora più tardi, la 21enne toscana che quel mercoledì era partita alle 10.25 dal capoluogo meneghino per andare a trovare il fidanzato nella Bergamasca.
Ma non è finita qui: «Accanto a noi nel vagone c'era solo un altro uomo, che non ha mai mosso un dito e, nella più totale indifferenza nonostante le mie urla e le mie richieste d'aiuto, è rimasto seduto al suo posto senza intervenire - ha spiegato ancora la ragazza -. Io a quel punto mi sono sentita abbandonata e mi sono messa a piangere. Il mio assalitore, allora, mentre ancora mi stringeva i polsi, è cambiato nuovamente, come se fosse prevalsa nuovamente la parte migliore di lui. Stai tranquilla, non ti sto facendo niente, non piangere ha sussurrato. Per poi tornare violento e toccarmi insistentemente nelle parti intime facendomi male non appena cercavo di divincolarmi per allontanarmi da lui».
Due minuti interminabili per la 21enne. «Ce l'ho fatta a scappare approfittando di un suo attimo di distrazione e dopo avergli rifilato un colpo al mento che gli ha fatto mollare la presa». Lui, come testimoniano le immagini delle microtelecamere a bordo treno, capito che non era più aria, era sceso al volo alla fermata Milano Forlanini, mentre altri «occhi elettronici» lo immortalvano poco dopo, alle 10.50, proprio all'esterno del Passante. La ragazza intanto aveva allertato il capotreno.
Sarà proprio l'incrocio di queste sequenze con le foto conservate su altre banche dati che permetteranno al software «Sari» di identificare con precisione l'egiziano Ghit Z.R.R.
La cellula del telefonino e i controlli della Polfer che, nei mesi precedenti la violenza, avevano costretto il pizzaiolo a mostrare i documenti (l'egiziano lavora a Pioltello e quel treno lo prende quasi ogni giorno) hanno collocato l'uomo su quella tratta, chiudendo il cerchio dell'inchiesta coordinata dal pm Rosaria Stagnaro e dall'aggiunto Letizia Mannella.
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