Ora i rifugiati potranno fare anche il Servizio civile. Oggi il ministero del Lavoro, il ministero dell’Interno e il dipartimento della Gioventù e del Servizio Civile Nazionale della presidenza del Consiglio hanno sottoscritto un protocollo d’intesa per garantire “percorsi di inserimento sociale ai titolari di protezione internazionale e umanitaria, attraverso attività di impegno civico nell’ambito dei progetti di Servizio Civile Nazionale”.
I settori di intervento per i rifugiati sono: l’assistenza (tutela dei diritti sociali e servizi alla persona), la protezione civile, l’ambiente, il patrimonio artistico e culturale, l’educazione e la promozione culturale. Per lo sviluppo di questi progetti di Servizio civile saranno usate le risorse del Fami (Fondo Asilo Migrazione ed Integrazione), dedicato al sostegno delle politiche d’integrazione dei richiedenti asilo.
Per Domenico Manzione, sottosegretario del Ministero dell’Interno con delega alle Libertà Civili e all’Immigrazione:“L’accordo rappresenta un primo passo verso l’integrazione delle persone alle quali è stata riconosciuta la protezione internazionale o la protezione umanitaria”. “Il Protocollo costituisce un’occasione per cominciare a dare attuazione alla riforma del Servizio civile universale che prevede la possibilità di svolgere il Servizio civile anche per coloro che non sono cittadini italiani ma che risiedono regolarmente sul nostro territorio”, ha spiegato Luigi Bobba, sottosegretario al Lavoro.
“L’Avviso per la presentazione dei progetti sarà emanato dal Dipartimento della Gioventù e riguarderà quasi 3000 volontari - conclude Bobba – e con soddisfazione sottolineo l’efficace sinergia che si è creata tra le tre Amministrazioni, finalizzata al raggiungimento di importanti obiettivi comuni”.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
- sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.