Arriva il primo sblocco: l'ora d'aria per i bimbi. Lite Governo-Lombardia

Conte s'appella ai tecnici: decidano loro. Gallera: "Gravissimo abbassare la guardia"

Arriva il primo sblocco: l'ora d'aria per i bimbi. Lite Governo-Lombardia

«Decideranno i tecnici». Scottato dalle accuse di aver sottovalutato, diluito e ritardato troppo le misure di contenimento dell'epidemia, il premier Conte è ora ben deciso a trincerarsi dietro i pareri scientifici: nessuna inversione di rotta verrà decisa fino a quando non ci sarà, nero su bianco, il via libera degli esperti. I ministri grillini (gli stessi che un tempo scendevano in piazza coi NoVax e deridevano gli epidemiologi) ora non vogliono muovere un passo senza ricetta medica, e - da Patuanelli a Spadafora - premono su Conte perché deleghi le scelte al Comitato tecnico.

A sera il premier va in tv, sulla tedesca Ard, per convincere la Germania a mollare sugli Eurobond: «Non significa che i cittadini tedeschi dovranno pagare un solo euro di debito italiano», giura. In casa la linea resta quella di congelare tutto, e si naviga a vista: nel Consiglio dei ministri di domani sarà decisa la proroga di tutti i blocchi, in scadenza il 3, per aprile. L'indicazione di massima per ridiscuterne è «dopo Pasqua», la data ipotizzata il 18, quella reale cui si pensa è forse il lunedì 4 maggio, al termine di una lunga teoria di ponti e festività che è preferibile blindare. Ma il ministro della Salute Speranza, alfiere della linea dura sulle chiusure e della delega delle decisioni ai tecnici, fa filtrare dubbi: «Potrebbe essere il 27 aprile come l'11 maggio».

Intanto, si concede un primo, piccolo allentamento relativo ai bambini: dopo decine di appelli, da associazioni di genitori, da medici e psicologi, dalla ministra per la Famiglia Bonetti, ieri è arrivata una circolare del Viminale che legittima «l'ora d'aria» infantile: «È consentito, a un solo genitore, camminare con i propri figli minori, purché in prossimità della propria abitazione». Via libera anche al jogging, purché «da soli». Allentamenti, questi, che hanno provocato la reazione negativa di Regione Lombardia: «Follia. Non è questo il momento di abbassare la guardia - ha detto l'assessore Giulio Gallera - La circolare diffusa dal ministero rischia di creare un effetto psicologico devastante vanificando gli sforzi e i sacrifici compiuti finora». Intanto il ministero dei Trasporti chiede a Tirrenia lo sblocco, in 24 ore, dei traghetti per Sicilia e Sardegna, per garantire i collegamenti. Sono le uniche aperture. Del resto, lo studio di Harvard che indica l'Italia come modello, sì, ma di ciò che va evitato e non «imitato», come si vantavano a Palazzo Chigi, è stato un nuovo duro colpo. E l'entrata a gamba tesa di Matteo Renzi, che reclama un piano per la ripartenza per evitare il collasso economico (urgenza poi ripresa da molti, a cominciare da quei settori industriali che rischiano di finire fuori mercato, mentre i loro rivali operano) ha messo sotto pressione il premier: ogni settimana di blocco, denuncia Confindustria, costa 13 miliardi. A Palazzo Chigi si ammette che ridare fiato a qualche filiera sarebbe esiziale, ma il governo non se la sente di decidere chi, come e quando. Per stamattina, Conte ha convocato la famosa «cabina di regia» con le opposizioni: dopo le ripetute sollecitazioni del Colle, è arrivato l'invito a Tajani, Salvini e Meloni, che alle 9,30 saranno a Palazzo Chigi con il premier. Ognuno metterà sul tavolo le proprie proposte per «migliorare» il cosiddetto Cura Italia e preparare il decretone di aprile. Ma si parlerà ovviamente anche della proroga delle chiusure, anche se - lamentano dalla minoranza - «Conte ci invita ma ha già deciso».

Se Forza Italia pensa alle imprese e evoca la necessità di uno «choc fiscale», Lega e Fratelli d'Italia lanciano slogan a effetto: Meloni dice di «mettere mille euro» sul conto corrente di chiunque li chieda, Salvini vuole emettere «Bot di guerra». Cosa possa uscirne non è chiaro. Ragiona Renato Brunetta: «Sono convinto che ci sia bisogno della massima unità, ma temo che questo governo sia troppo debole per dialogare davvero».

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