In arrivo il super siero contro ogni mutazione: "Sfrutta le cellule T del nostro organismo"

È una sorta di difesa flessibile, così il corpo riconosce i dettagli del virus

In arrivo il super siero contro ogni mutazione: "Sfrutta le cellule T del nostro organismo"

C'è una difesa per l'organismo che si aggiunge alla protezione degli anticorpi contro il Covid, sia determinata dall'infezione sia dai vaccini. È un'ipotesi che accompagna la ricerca fin dall'inizio della pandemia, perché comune ad altre infezioni. Il risultato potrebbe portare perfino a un vaccino «pancoronavirus», cioè utile per tutti i tipi di varianti, proprio «addestrando» le cellule T dell'organismo. Contro Sars-Cov-2 l'organismo si difende, infatti, sia con gli anticorpi sia con l'immunità cellulo-mediata e questo doppio scudo funziona anche contro le temute varianti. La conferma arriva da una ricerca condotta da La Jolla Institute for Immunology (LJI). Appena pubblicata su Cell Reports Medicine, mostra che sia le cellule T CD4+ «helper» sia le cellule T CD8+ «killer» possono ancora riconoscere forme mutate del virus. Questa reattività è la chiave per la complessa risposta immunitaria contro il virus, che consente al corpo di uccidere le cellule infette e fermare le infezioni gravi.

I ricercatori, infatti, hanno scoperto che le cellule T di persone che si sono riprese dal Covid o hanno ricevuto i vaccini Moderna o Pfizer sono ancora in grado di riconoscere le diverse varianti di Sars-CoV- 2. «Stiamo imparando sempre di più che queste cellule T CD4+ e CD8+ sono molto importanti, in quanto reagiscono in modo incrociato contro alcune varianti virali», sottolinea Anthony Fauci, direttore del Niaid. Lo studio include quattro indagini sulle varianti di maggiore preoccupazioni, compresa la Delta. «Le varianti ci preoccupano ma dimostriamo che anche se c'è una diminuzione degli anticorpi, le cellule T rimangono in gran parte inalterate. E i vaccini funzionano ancora», aggiunge la dottoressa Alba Grifoni, ricercatrice di LJI.

Proprio la scorsa settimana uno studio della Washington University School of Medicine di St. Louis ha confermato sulla rivista Nature che l'organismo può difendersi tramite le cellule T anche nei pazienti di casi lievi di Covid, nonostante una diminuzione veloce degli anticorpi: «Dopo un'infezione acuta gli anticorpi scendono ma non a zero. Si stabilizzano. Abbiamo trovato cellule che producono anticorpi nelle persone 11 mesi dopo i primi sintomi. Queste cellule vivranno e produrranno anticorpi per il resto della vita delle persone. Questa è una prova evidente di un'immunità di lunga durata», sottolinea il professor Ali Ellebedy della Washington University.

Il passo successivo dei ricercatori di La Jolla è sfruttare la flessibilità della risposta delle cellule T, attraverso eventuali richiami di vaccino e aumentare l'immunità.

Incorporare bersagli di cellule T nei futuri vaccini allenerebbe il corpo a riconoscere i dettagli strutturali comuni al virus e potrebbe frenare le future varianti: «Questa ricerca mostra che un vaccino pan-coronavirus è fattibile», conclude Grifoni.

Commenti
Disclaimer
I commenti saranno accettati:
  • dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
  • sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.
Accedi
ilGiornale.it Logo Ricarica