Assalto a Capitol Hill: Trump rinuncia a parlare e Biden passa all'attacco

Il tycoon rinvia l'intervento e accusa social e media. Il presidente: lui responsabile del caos

Assalto a Capitol Hill: Trump rinuncia a parlare e Biden passa all'attacco

È sempre più caldo il clima in occasione dell'anniversario dell'assalto a Capitol Hill. Donald Trump gioca d'astuzia e alla vigilia del primo anno dall'insurrezione dei suoi sostenitori in Capidoglio rinuncia al discorso da Mar-a-Lago, puntando tutto sul comizio del 15 gennaio in Arizona. Joe Biden invece, in caduta libera nei sondaggi, tenta di approfittare del suo passo indietro e con una mossa aggressiva fa sapere tramite la portavoce della Casa Bianca Jen Psaki che denuncerà la responsabilità del suo predecessore nei fatti del 6 gennaio scorso. «Biden vede il 6 gennaio come il tragico culmine di quello che quattro anni di presidenza Trump hanno portato al nostro Paese», ha spiegato.

Il presidente Usa oggi terrà un discorso dalla Statuary Hall del Congresso insieme alla sua vice Kamala Harris, e come ha rivelato Psaki «parlerà della verità su ciò che è accaduto, non delle bugie che alcuni hanno diffuso da allora e del pericolo che ha rappresentato per lo stato di diritto e il nostro sistema di governo democratico». Inoltre, «commemorerà gli eroi del 6 gennaio, in particolare i coraggiosi uomini e donne delle forze dell'ordine che hanno combattuto per sostenere la Costituzione e proteggere il Campidoglio e le vite delle persone che erano lì. Grazie ai loro sforzi, la nostra democrazia ha resistito all'attacco e la volontà degli oltre 150 milioni di persone che hanno votato alle elezioni presidenziali è stata infine registrata dal Congresso». Durante l'attacco sono morti quattro sostenitori di Trump - di cui tre per emergenze mediche - e un agente della polizia di Capitol Hill è deceduto il giorno successivo. Decine di agenti sono invece rimasti feriti, e nei mesi successivi quattro si sono suicidati.

L'ex Comandante in Capo, intanto, per una volta ha dato ascolto ai suoi alleati decidendo di fare un passo indietro, ma non senza polemiche. «Parlerò di molti temi importanti nel mio comizio di sabato 15 gennaio in Arizona, ma alla luce della faziosità e della disonestà della commissione d'inchiesta sul 6 gennaio, cancello la conferenza stampa in programma a Mar-a-Lago», ha fatto sapere alla vigilia dell'anniversario, rilanciando però la sua teoria delle «elezioni rubate», e definendole addirittura «il crimine del secolo». «È ormai chiaro a tutti che i media non riporteranno il fatto che Nancy Pelosi ha negato la richiesta per la Guardia Nazionale o per l'esercito a Capitol Hill», ha proseguito il tycoon.

Nel frattempo, la commissione che indaga sui fatti dell'Epifania vuole sentire l'ex vicepresidente americano Mike Pence, ma secondo i media statunitensi non è chiaro se lui collaborerà o meno con l'inchiesta. Convocato anche uno dei più fidati alleati e consiglieri dell'ex presidente, il popolare anchor di Fox News Sean Hannity, chiamato a spiegare i motivi della sua preoccupazione alla vigilia dell'attacco, come rivelano alcuni suoi nuovi sms appena diffusi. Il 5 gennaio scrisse all'allora inquilino della Casa Bianca «sono molto preoccupato in merito alle le prossime 48 ore».

Biden, intanto, è sempre più in difficoltà nei sondaggi: l'ultima proiezione di Cnbc ha riferito che ha chiuso il 2021 col un nuovo record negativo di consensi (il 44%, mentre il 56% lo boccia).

Il presidente appare in difficoltà su tutti i fronti, dalla pandemia alla ripresa economica flagellata dall'inflazione, sino all'imbarazzante stallo al Congresso della sua agenda bloccata da un solo senatore democratico.

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