«Il quadro di regole proposto rischia di condurre nell'immediato, visto che molti paesi hanno un debito superiore al 60% del Pil, a indicazioni di policy eccessivamente restrittive per l'area dell'euro e per la Ue, sebbene in misura minore rispetto al Patto di stabilità e crescita». Questo l'allarme lanciato dal presidente dell'Upb (l'Authority di vigilanza sui conti pubblici), Lilia Cavallari, ieri in audizione nelle commissioni Bilancio di Camera e Senato sulle nuove regole del Patto di stabilità Ue. «Per realizzare una go vernance economica più efficace, rimane prioritario compiere progressi verso la costituzione di una capacità di bilancio comune», ha aggiunto evidenziando che l'evoluzione del deficit/Pil previsto dalla Nadef è «compatibile con le indicazioni della proposta di riforma del sistema di governance economica della Ue nel caso di un aggiustamento di bilancio in sette anni ma richiederebbe uno sforzo di bilancio maggiore per essere in linea con un piano di aggiustamento in quattro anni nello scenario sfavorevole». Le differenze, infatti, sarebbero minime con un debito/Pil al 116% anziché al 113% nel 2041 ma con grave impatto sulla finanza pubblica.
D'altronde, interventi di spesa come i 14 miliardi in deficit della manovra per taglio del cuneo e abbassamento dell'Irpef sui redditi medio-bassi sono necessari in quanto nel 2022, ha rilevato l'Istat, la spesa media mensile per consumi delle famiglie in valori correnti è stata pari a 2.625 euro (2.415 euro nel 2021; +8,7%), ma la crescita in termini reali risulta pressoché nulla per effetto dell'inflazione, cresciuta anch'essa dell'8,7%.
Non a caso le famiglie hanno posto in essere strategie di risparmio per far fronte al forte aumento dei prezzi. Come sottolineato dal governatore di Bankitalia, Ignazio Visco, «viviamo in un momento difficilissimo, con rischi straordinari davanti».
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