Uno stanziamento poco più che simbolico, 20 milioni di euro, con la promessa di fare di meglio nei prossimi anni e, soprattutto, un riconoscimento ufficiale. Nella legge di bilancio è passato un emendamento che istituisce un fondo per i cosiddetti caregiver, cioè familiari che assistono persone all'interno del nucleo. Presentato da Laura Bignami (iscritta al gruppo misto, ex M5S) e votato all'unaminità, il fondo ha una dotazione iniziale di 20 milioni di euro l'anno nel triennio 2018-2020 ed è destinato alla copertura finanziaria di interventi legislativi finalizzati al riconoscimento del valore sociale ed economico del caregiver. Potrà essere il coniuge, una delle parti dell'unione civile, il convivente di fatto, un familiare o affine entro il secondo grado o fino al terzo se l'assistito non è autosufficiente.
La legge di bilancio arriverà in Aula al Senato mercoledì mattina e poi passerà alla Camera dei deputati, dove dovrebbero passare altre proposte di modifica. Ad esempio l'ampliamento della platea dell'Ape sociale alle stesse categorie esentate dallo scatto a 67 anni dell'età pensionabile del 2019.
È stato sciolto ieri il nodo superticket. La maggiorazione di 10 euro per prestazioni diagnostiche e specialistiche che la sinistra vorrebbe abolire. Ieri il ministro della Sanità Beatrice Lorenzin ha annunciato di avere trovato le risorse per ridurlo. La spesa sostenuta dagli assistiti verrà alleggerita per il 2018 di 60 milioni. Un fondo che potrà essere incrementato durante il passaggio alla Camera, ha spiegato il capogruppo Pd in commissione Bilancio al Senato, Giorgio Santini. Risorse extra anche per il bonus bebè, in questo caso chiesta dai centristi. L'agevolazione dovrebbe essere rifinanziata per il primo anno con 185 milioni, mentre è ancora sul tavolo, per essere affrontata tra Palazzo Madama e Montecitorio, la proposta di innalzare la soglia per la definizione dei figli a carico. Tra gli emendamenti passati ieri, quello sulle indennità degli esperti e gli indennizzi dei membri del Cnel, a firma Pd.
Qualche micro novità anche sul settore immobiliare. Un emendamento approvato dalla commissione Bilancio del Senato stanzia ben 4 milioni di euro nel 2018 per riconoscere alle piccole librerie un credito di imposti che azzeri il pagamento di Imu, Tasi e Tari e riduca le spese di locazione. L'entità dello stanziamento fa pensare a criteri di accesso che lasceranno molti all'asciutto. Ieri Confedilizia è tornata a chiedere la cedolare secca sugli affitti commerciali.
Ma è anche piovuta una tegola dell'Antitrust su una misura che risale alla manovra correttiva di primavera, cioè alla cosiddetta legge AirBnB che riconosce la cedolare secca sugli affitti turistici (in realtà era già applicabile) e chiede alle piattaforme internet o agli intermediari di prelevare le imposte direttamente e inviare comunicazione all'agnzia delle entrate. L'Antitrust ha sostenuto che la misura potrebbe «alterare le dinamiche concorrenziali tra i diversi operatori, con possibili ricadute negative sui consumatori finali dei servizi di locazione breve, ovvero sui conduttori». Il governo non è intenzionato a cambiare la norma.
Altra bocciatura dell'Antitrust arrivata ieri riguarda l'equo compenso per i professionisti, che è «ingiustificata inversione di tendenza rispetto all'importante ed impegnativo processo di liberalizzazione delle professioni».
- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
- sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.