Caso scontrini, assolto Marino. Ma il Pd: "Via perché incapace"

Il pm aveva chiesto tre anni di carcere per i reati di peculato e falso nell'inchiesta sull'uso delle carte di credito e truffa ai danni dell'Inps in merito a una onlus

Caso scontrini, assolto Marino. Ma il Pd: "Via perché incapace"

Ignazio Marino è stato assolto. L'ex sindaco di Roma era accusato per i reati di peculato e falso, legati all'inchiesta sulle 56 cene pagate con la carta di credito del Campidoglio, e truffa ai danni dell'Inps per la vicenda della onlus Immagine, fondata nel 2005 e della quale fu presidente. "Ricordo che chiedemmo le dimissioni di Marino - ha commentato su Twitter Matteo Orfini, commissario straordinario del Pd romano - non per gli scontrini (a farlo fu Sel) ma perché incapace di risolvere i problemi di Roma".

Nello specifico, Marino è stato assolto dall'accusa di peculato perchè il fatto non sussiste e dall'accusa di truffa perchè il fatto non costituisce reato. A decidere è stato il gup Pierluigi Balestrieri, dopo una camera di consiglio durata quindici minuti. Solo pochi giorni fa la Procura aveva chiesto la condanna a 3 anni e 4 mesi.

L'ex sindaco ha commentato: "Sono felice, aspettavo questo esito perchè sapevo di essere innocente. Ringrazio la giustizia, di fronte ad accuse infamanti e a comportamenti dei media e della politica molto pesanti, è stata finalmente ristabilita la verità".

E continua: "Innanzitutto desidero ringraziare i miei avvocati, Enzo Musco, Franco Moretti e Martuscelli, i quali con passione e vera dedizione e con alta professionalità si sono battuti perché la verità fosse affermata. Desidero sottolineare come anche nei momenti più bui di questa vicenda io non ho mai cessato di credere alla giustizia. La strategia vincente è stata quella di chiedere un confronto tra le tesi oggi bocciate della Procura della Repubblica e le affermazioni di verità che durante questo lungo anno ho pronunciato in ogni sede. È chiaro che questa decisione sarà oggetto di valutazione in sede politica e che sarà criticata o lodata espressamente a seconda dei punti di vista da cui ci si mette. Per me questa decisione ha soltanto il valore del ripristino della verità e della conseguente mia interiore tranquillità".

Concludendo, l'ex sindaco Pd aggiunge: "Quanto al mio futuro politico, che molti di voi mi chiedono, devo dire che non è questo il momento per prendere decisioni ma è invece un momento di riflessione su quello che è stato e su quello che verrà".

Marino, che aveva chiesto di essere giudicato con il rito abbreviato (che in caso di condanna avrebbe comportato lo sconto di pena pari a un terzo) rispondeva dei reati di peculato e falso in relazione all'utilizzo della carta di credito assegnatagli a suo tempo dall'amministrazione capitolina e di concorso in truffa per i compensi destinati a collaboratori fittizi quando il chirurgo dem era il rappresentante legale della 'Imaginè, una Onlus fondata nel 2005 per portare aiuti sanitari in Honduras e in Congo.

La vicenda degli scontrini faceva riferimento alla consumazione di 56 cene, per una spesa complessiva di 12mila euro, avvenute tra il 2013 e il 2015 in numerosi ristoranti di Roma e di altre città.

Quanto alla Onlus, Marino era accusato dalla Procura di aver predisposto tra il 2012 e il 2013 la certificazione di compensi riferiti alle prestazioni fornite da collaboratori fittizi o soggetti inesistenti, inducendo in errore, lui ed altri tre, l'amministrazione finanziaria e l'Inps e procurando alla Onlus un ingiusto profitto per complessivi 6mila euro consistito nell'omesso versamento degli oneri contributivi dovuti per le prestazioni lavorative. Per la Onlus, assolto Marino, il giudice ha rinviato a giudizio tre imputati che avevano scelto di essere giudicati con il rito ordinario: si tratta di Rosa Garofalo, Carlo Pignatelli e Federico Serra.

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