Attentati ed elezioni: l'ombra del Cremlino sul caos in Germania. "Così ha favorito l'Afd"

I media: ricerche precise da indirizzi russi prima dell'attacco di Mannheim. La scia di terrore sul voto

L'auto che è stata fatta schiantare sulla folla a Mannheim
L'auto che è stata fatta schiantare sulla folla a Mannheim
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La Germania è in guerra, attaccata «quotidianamente» dalla Russia con le armi dei conflitti ibridi: spionaggio, disinformazione, sabotaggi. Non ha usato mezzi termini Friedrich Merz, presidente della Cdu e prossimo cancelliere, quando il 18 marzo chiedeva nell'aula del Bundestag il voto a favore del riarmo contro la minaccia russa.

Oggi, a questa panoplia del Cremlino si aggiungerebbero gli attentati avvenuti in Germania negli ultimi due anni. Secondo fonti nei servizi segreti tedeschi ascoltate da The Telegraph e Foreign Affairs, vi sarebbe la Russia dietro gli attacchi compiuti da immigrati regolari e clandestini, nella maggior parte con movente jihadista. Un sospetto, ma con un elemento da non sottovalutare.

Gli attentati, precedenti le elezioni europee del 9 giugno 2024 e quelle anticipate del Bundestag del 23 febbraio scorso, potrebbero essere stati istigati da Mosca al fine di influenzare il voto a favore del partito di estrema destra Afd, che è su posizioni filorusse e invoca la remigrazione. A tal fine, Mosca avrebbe di fatto armato gli immigrati da Stati musulmani che hanno seminato morte e paura con un coltello o travolgendo passanti con un'auto. Agenti «di basso livello» o «usa e getta», utili a evitare ogni compromissione dei servizi segreti russi, con metodi da Stato islamico e logiche della guerra ibrida tra i cui obiettivi rientra la destabilizzazione del nemico.

Un esempio sarebbe l'attentato del 31 maggio 2024 a Mannheim, quando con un coltello il richiedente asilo afghano Suleiman Ataee ferì l'attivista islamofobo Michael Stürzenberger e uccise l'agente di polizia Rouven Laur, intervenuto in soccorso. Sotto processo, Ataee ha dichiarato che uccidere era un «dovere religioso» e ha confessato di essersi radicalizzato sul web a seguito delle operazioni di Israele nella Striscia di Gaza, impressionato dalla propaganda dello Stato islamico.

Tuttavia, un'inchiesta di Zdf ha mostrato come, prima che Ataee colpisse, da profili localizzati in Russia siano state cercate su internet parole come «Attentato terroristico a Mannheim» e «Michael Stürzenberger accoltellato». Ricerche analoghe hanno riguardato la presenza di telecamere nella piazza del mercato di Mannheim, il luogo dell'attentato.

Presidente del Comitato parlamentare di controllo sui servizi di informazione, il deputato dei Verdi Kostantin von Notz chiede ora un'inchiesta «per avvicinarsi alla verità» sull'ipotetico coinvolgimento della Russia negli attacchi. Secondo Bruno Kahl, direttore del Bnd ossia l'agenzia di intelligence esterna tedesca, non vi è alcuna prova di una responsabilità russa.

Lo stesso servizio nutre notevoli dubbi sulla validità della ricerca di Zdf, ma il sospetto permane tanto che il ministero dell'Interno indaga su «possibili indizi di un'influenza mirata dall'estero» negli attentati.

Intanto, l'esperto di terrorismo Peter Neumann evidenzia che Ataee potrebbe essere stato in contatto con lo Stato islamico della provincia iraniana del Khorasan, ben radicato in Russia. Come scriveva Joseph Conrad in «L'agente segreto» nel 1907, «la verità può essere più crudele della caricatura».

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