![Austria, flop di Kickl. Niente governo](https://img.ilgcdn.com/sites/default/files/styles/xl/public/foto/2025/02/13/1739423729-azt5zyn0m42zrfiivtoo-ansa.jpeg?_=1739423729)
In Austria, dopo oltre un mese di negoziati, sfuma il primo assalto dell'estrema destra al governo. Nulla di fatto tra Fpoe e Popolari. E ora l'iniziativa torna al presidente van der Bellen, che potrebbe ritentare un governo centrista senza la Fpoe o convocare nuove elezioni. A dichiarare il fallimento, il leader del partito di estrema destra, Herbert Kickl. Il presidente austriaco aveva dato a Kickl, vincitore delle scorse elezioni, un mandato per cercare di formare un nuovo governo il 6 gennaio e ora, per la prima volta, l'Austria si trova di fronte a una situazione politica senza precedenti, con la tensione alle stelle.
Il Partito Popolare accusa Fpö di essere il responsabile. «Kickl è rimasto bloccato nel ruolo di politico di opposizione e non è mai entrato in quello di capo del governo». Kickl ha spiegato la decisione di rimettere l'incarico in una lunga lettera inviata al capo dello Stato incolpando i Popolari: «Anche se abbiamo fatto delle concessioni su molti punti i colloqui purtroppo non sono andati a buon fine». Le trattative erano apparse ostiche sin dall'inizio, con i Popolari che chiedevano garanzie su alcuni punti - difesa dello Stato di diritto, stop all'influenza russa, rassicurazioni sull'europeismo di Vienna - e uno scontro deflagrato negli ultimi giorni sulla ripartizione dei ministeri. Kickl si è detto dispiaciuto, ma ha chiarito che non avrebbe senso tentare ora un negoziato con i Socialdemocratici, l'unico altro partito che con la Fpoe avrebbe una maggioranza parlamentare. «L'Austria - ha commentato - non ha tempo da perdere».
E intanto, mentre manca una manciata di giorni alle elezioni federali del 23 febbraio in Germania, ieri il premier ungherese ha spezzato l'isolamento dell'Afd, il partito dell'ultra destra tedesco, per rafforzare il suo piano anti europeo. Viktor Orbán ha ospitato a Budapest la leader del partito Afd Alice Weidel cogliendo l'occasione per lanciare un appello congiunto per una diversa politica europea in materia di immigrazione. «Il futuro della Germania è scritto dall'Afd. Siamo onorati di dare il benvenuto a Budapest alla presidente del partito Alice Weidel!». Ha scritto Orbán su Facebook, postando una foto di loro due. L'invito del primo ministro ungherese è un gesto senza precedenti da parte di un leader europeo nei confronti del partito di estrema destra che le altre forze politiche del blocco hanno evitato o cercato di marginalizzare. In una conferenza stampa dopo il faccia a faccia, i due - noti per la loro posizione dura nei confronti degli immigrati - hanno affermato di volere che l'Europa elabori leggi più severe. Weidel ha parlato di «migrazione incontrollata» che causa «criminalità importata». Ha elogiato Orbán, affermando che l'Ungheria è il «baluardo» contro l'immigrazione illegale. E Orbán, da parte sua, ha dichiarato che tutte le politiche dell'Afd, che includono deportazioni di massa e la chiusura delle frontiere terrestri della Germania, vanno a vantaggio dell'Ungheria.
Weidel ha poi attaccato l'Unione europea chiedendo una riforma globale, l'Europa è «senza leader».
«È importante che l'Europa abbia qualcuno seduto al tavolo dei negoziati. Ma l'Europa non ce l'ha perché è un luogo molto burocratico. Così, gli Stati Uniti non hanno nessuno con cui parlare», ha detto Weidel con una frecciata alla presidente della Commissione europea, Ursula von der Leyen.
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