Austria, ricorso dell'Fpö per fermare il presidente

Il partito di estrema destra si appella alla Corte Costituzionale. Giuramento a rischio

Noam Benjamin

Berlino «Non siamo dei cattivi perdenti, stiamo difendendo le fondamenta della democrazia in Austria». Così il presidente del Partito della Libertà (Fpö), Heinz- Christian Strache, ha annunciato il ricorso presentato alla Corte costituzionale dell'Austria. L'Fpö contesta la vittoria del candidato ecologista Alexander van der Bellen alle presidenziali dello scorso maggio. Al ballottaggio erano arrivati l'economista verde e il terzo presidente del Consiglio nazionale la Camera dei deputati in Austria  Norbert Hofer, dell'Fpö. Il secondo turno si era concluso con una contestata vittoria di Van der Bellen. Domenica sera, a spoglio appena iniziato, Hofer era apparso in lievissimo vantaggio. L'indomani, completato lo scrutinio di oltre 600 mila schede inviate per corrispondenza, il vantaggio era invece dell'ecologista, con il 50,3% contro il 49,7 di Hofer, una differenza pari a 30.800 voti. A caldo Hofer aveva ammesso la sconfitta e l'Europa aveva tirato un sospiro di sollievo: la presidenza dell'Austria non sarebbe caduta nelle mani di un partito di estrema destra, considerato xenofobo e razzista.

Tuttavia, nelle ore successive allo spoglio Strache aveva messo in dubbio la regolarità del processo elettorale, annunciando la raccolta di prove su presunti errori e manipolazioni. Le prove si sono concretizzate mercoledì in un faldone di 150 pagine che gli avvocati di Strache hanno depositato alla Corte costituzionale. «Senza quelle irregolarità Hofer avrebbe vinto», ha detto Hafer chiaro e tondo. L'obiettivo dell'Fpö è ottenere l'annullamento e la ripetizione del ballottaggio, impedendo così a Van der Bellen di giurare da capo dello Stato. «La Corte valuterà l'appello dell'Fpö e se lo riterrà fondato controllerà le minute del processo elettorale - spiega al Giornale Robert Stein, direttore della Commissione elettorale presso il Viminale austriaco -. Poi potrebbe chiedere a noi di verificare i verbali di ogni sezione elettorale».

Sulla base delle informazioni raccolte, la Corte deciderà se respingere il ricorso dell'Fpö oppure se chiedere la ripetizione del ballottaggio in alcuni distretti o in tutto il Paese. In questo caso il ricorso alle urne sarà organizzato per settembre; nel frattempo l'Austria resterà acefala. Il mandato del presidente uscente Heinz Fischer scade imperativamente l'8 luglio e in assenza di un successore la Costituzione prevede che la presidenza sia retta collegialmente dai tre presidenti della Consiglio nazionale, fra i quali c'è anche Hofer. Il ricorrente diventerebbe dunque presidente pro-tempore al 33% mentre l'attuale presidente-eletto finirebbe nel congelatore almeno fino a settembre. Il condizionale è d'obbligo, «ma sulla base delle informazioni in mio possesso», continua Stein, «ritengo improbabile che la Corte respinga subito il ricorso dell'Fpö come infondato».

Van der Bellen, da parte sua, mantiene un basso profilo: «Intraprendere azioni legali è legittimo - ha fatto dichiarare a Lothra Lockl, presidente dell'associazione Insieme per Van der Bellen -. La parola va alla Corte alla quale guardiamo con serenità».

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