
L'Unione europea pare voler tirare dritto per la propria strada sul settore automobilistico ignorando sia i dati del mercato sia la congiuntura internazionale sia la spinta dei cittadini che, dalla Germania all'Italia, hanno votato in maggioranza per i partiti che si oppongono al green ideologico in vigore in Europa.
Mercoledì verrà infatti presentato il piano Ue per l'automotive e, secondo la bozza circolata in questi giorni, la direzione di Bruxelles è rafforzare la domanda di auto elettriche con «misure prioritarie». In tal senso sono previste linee comuni per sostenere gli incentivi nazionali all'acquisto, l'aiuto agli Stati membri a trovare nuove fonti di finanziamento, la promozione del leasing sociale e del mercato dell'usato, nonché il rinnovo delle flotte aziendali con e-car.
Inoltre, nella bozza del testo, non ci sono riferimenti alla richiesta principale del settore di congelare le multe previste già dal 2025 per chi non rientra nei target intermedi di taglio delle emissioni di CO2. La mancata sospensione delle multe, unito all'assenza di un passo indietro sullo stop ai motori endotermici nel 2035 e a riferimenti alla neutralità tecnologica, hanno suscitato i malumori del comparto automobilistico. La strada intrapresa da Bruxelles è quella di spingere sull'elettrico incentivando il Made in Europe per le batterie con un pacchetto di sostegno dedicato.
Oggi ci sarà l'ultima possibilità di modificare alcuni punti del piano prima della presentazione da parte di Ursula Von der Leyen e si prevede una giornata di trattative serrate nella speranza che prevalga il buon senso e non l'ideologia green. Come spiegato dal Ministro delle Imprese e del Made in Italy Adolfo Urso (in foto) «sulle auto serve una svolta vera, sono ore decisive, massimo impegno».
Le condizioni emerse fino a questo momento hanno provocato una levata di scudi da parte del centrodestra europeo. Il Partito Popolare Europeo in un post su X ha scritto che «l'obiettivo di porre fine alle vendite di auto con motore a combustione interna entro il 2035 sembra più irrealistico che mai. Il divieto imminente del 2035 sui motori a combustione interna dovrebbe essere revocato per riflettere la neutralità tecnologica». Una presa di posizione commentata positivamente da Deborah Bergamini, vicepresidente del Ppe all'assemblea del Consiglio d'Europa: «Bene la presa di posizione del Ppe: non è pensabile vietare la vendita di mezzi con motori a combustione interna dal 2035».
La Lega e il gruppo de I Patrioti sono invece pronti a presentare un documento per «azzerare le eco-follie del tutto elettrico, eliminare la messa al bando di motori benzina e diesel dal 2035, cancellare le multe previste». Come sottolineato dal capo delegazione della Lega Paolo Borchia: «Fin dal primo giorno abbiamo evidenziato le contraddizioni e le assurdità di un piano che sacrifica sull'altare dell'ideologia green aziende, lavoratori e famiglie e che rappresenta un suicidio economico per tutto il Continente». Anche Carlo Fidanza, capo delegazione di Fratelli d'Italia al Parlamento europeo, giudica in modo positivo la presa di posizione del Partito popolare europeo affermando: «Ben venga questa posizione del Ppe.
Ci fa sperare che, superate le elezioni tedesche, nella prossima plenaria si possano votare insieme le risoluzioni che vanno in questa direzione, sostenendo indirettamente il lavoro del nostro governo per la neutralità tecnologica, a tutela delle aziende della componentistica e della libertà di scelta dei cittadini».
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