Le autobotti al carico, la scintilla e le fiamme. Spunta l'ipotesi di una manovra errata

Fascicolo dei pm. La relazione del Comune e la denuncia delle associazioni: "Troppi punti critici"

Le autobotti al carico, la scintilla e le fiamme. Spunta l'ipotesi di una manovra errata
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Un'operazione, quella del rifornimento dei mezzi, che avviene quotidianamente nelle raffinerie, tramite una sala di controllo, nell'apposita zona delle pensiline di carico delle autobotti.

È da lì che ieri mattina, nello stabilimento Eni di Calenzano, un deposito di 170.300 metri quadrati adibito alla ricezione, allo stoccaggio e alla spedizione di benzina, gasolio e petrolio, è partito tutto. L'esplosione è avvenuta in un'area di carico dove ci sono i silos pieni di carburante per rifornire le autobotti. Ce n'erano cinque in fila per fare rifornimento. Durante quest'operazione una fuoriuscita di liquido da un mezzo ha provocato la violenta deflagrazione. Una delle autobotti presso la pensilina è saltata in aria, poi le fiamme hanno coinvolto le altre quattro parcheggiate presso gli stalli di approvvigionamento del carburante e sette silos. Un inferno di fuoco che non ha lasciato scampo a chi si trovava nell'area, come l'autista dell'autobotte. Tra i feriti invece anche operai che si trovavano più distanti dal punto dell'esplosione, colpiti dallo spostamento d'aria mentre lavoravano negli stabilimenti limitrofi.

Non è ancora chiaro, però, cosa abbia fatto da innesco, forse una scintilla. Ma provocata da cosa? Potrebbe essere stata una manovra errata di uno mezzi in attesa, oppure il malfunzionamento di qualche macchinario durante la fase di carico. Troppo presto per dirlo, al momento ci si muove soltanto nel campo delle ipotesi. Cosa abbia causato il violento scoppio lo dovrà chiarire l'inchiesta aperta dalla Procura di Prato. L'area dove c'è stata la deflagrazione è stata posta sotto sequestro in attesa che il magistrato disponga una perizia tecnica per accertare la dinamica ed eventuali responsabilità della tragedia. A coordinare le indagini dei carabinieri del comando provinciale di Firenze è il procuratore di Prato Luca Tescaroli, che ieri ha fatto un sopralluogo mentre i vigili del fuoco terminavano le operazioni di messa in sicurezza dell'impianto. Il magistrato ha nominato alcuni medici legali e tre consulenti tecnici. «Abbiamo richiesto l'intervento dell'Arpat e dell'Asl Toscana Centro per evidenziare i profili di possibile responsabilità sul luogo teatro dell'esplosione», ha detto Tescaroli. «Eni sta pienamente collaborando con l'autorità giudiziaria per l'accertamento delle dinamiche e delle cause dell'esplosione», dice in una nota il gruppo, precisando che le fiamme sono state confinate alla zona pensiline di carico e non hanno interessato in alcun modo il parco serbatoi.

L'impianto Eni è una delle 28 strutture classificate dall'Arpat tra quelle «ad elevato rischio industriale» in base alla direttiva Seveso della Ue, che prevede il rispetto di particolari misure di sicurezza per evitare incidenti. In passato erano state segnalate alcune criticità per la presenza dello stabilimento nella zona, in studi commissionati nel 2020 e nel 2022 dal Comune di Calenzano per la valutazione di pericoli sul proprio territorio. Tra i problemi rilevati, la vicinanza di infrastrutture chiave come la ferrovia e l'autostrada e di due centri commerciali. Oltre alla vicinanza di due corsi d'acqua, che aumenta il pericolo di contaminazione in caso di incidente. Nel 2020 c'era stato anche un altro allarme, lanciato dal gruppo di tutela per la salute pubblica Medicina Democratica, sul rischio che in caso di incendio o esplosione, oltre ai danni alle persone, l'Italia sarebbe stata tagliata in due, perché il deposito di Calenzano, a metà strada tra Prato e Firenze, si trova in un'area particolarmente delicata, vicinissimo all'autostrada, alla ferrovia e non lontano dall'aeroporto.

Infatti ieri per sicurezza è stata momentaneamente interrotta la circolazione ferroviaria e deviate le tratte aeree. Tra le altre cose venivano paventate conseguenze derivanti dalla dispersione di vapori nell'atmosfera proprio durante le operazioni di carico degli automezzi.

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