Tensione alle stelle. Oggi scatta l'obbligo del green pass su tutti i luoghi di lavoro e scatta anche l'allerta delle forze dell'ordine. Una circolare diramata ieri dal dipartimento di Pubblica sicurezza avverte i prefetti sulle iniziative contro il green pass previste davanti a «ingressi aziendali» e «presso aeroporti, porti, punti di snodo stradale, autostradale e ferroviari, finalizzate a creare disagi con possibile intralcio alla regolarità dei servizi e delle attività produttive». E si chiede per oggi e «per i giorni a venire» la «massima intensificazione» dell'azione di controllo e di «osservazione» nei confronti di soggetti o gruppi «ritenuti pericolosi per l'ordine pubblico». Nel documento firmato dal capo della Polizia, Lamberto Giannini, non si esclude «il pretesto» per un «ulteriore inasprimento dei toni» con «azioni» verso «obiettivi esposti a rischio» e con «possibili episodi di contrapposizione tra gruppi aderenti a opposti estremismi». Timori per le manifestazioni, soprattutto per quella di Roma, con il luogo del sit-in che è stato spostato due volte dalla questura ed è previsto al Circo Massimo, con uno schieramento di mille agenti. La linea del Viminale è allontanare le proteste dagli obiettivi sensibili e dai palazzi della politica.
Il fronte più caldo resta la minaccia dei portuali e degli autotrasportatori. A Trieste i lavoratori dello scalo - i non vaccinati sono circa il 40 per cento dei mille totali - non fanno marcia indietro: «Siamo determinati sulle nostre posizioni, ma siamo sempre disponibili a discutere con chiunque». Per revocare lo sciopero chiedono al governo una proroga dell'introduzione dell'obbligo del green pass al 30 ottobre. Ma la posizione dell'esecutivo resta ferma, anche se si sta valutando di rafforzare gli aiuti alle aziende che sostengono i costi dei tamponi per i loro dipendenti: «Io penso che posticipare significhi solo rallentare una battaglia da vincere il prima possibile per mettere fine ad una stagione drammatica che hanno pagato e pagheranno soprattutto i più fragili», risponde il ministro del Lavoro Andrea Orlando all'ipotesi di rinvio. E la prefettura di Trieste avverte i lavoratori che bloccheranno i cancelli: «Sostanzialmente quella di domani è una manifestazione presentata come sciopero. Non è stata convalidata quindi è una manifestazione non autorizzata che impedisce l'accesso dei lavoratori e blocca l'attività. Si configura come interruzione di pubblico servizio, quindi è perseguibile» spiega il prefetto di Trieste Valerio Valenti. Un reato per cui «non è previsto l'arresto ma una denuncia per gli organizzatori».
Stefano Puzzer, il portavoce del coordinamento lavoratori portuali, invita invece alla partecipazione: «Se qualcuno vuole andare a lavorare vada, non blocco nessuno. Ma penso che se domani diamo una dimostrazione che siamo compatti, diamo un segnale forte a tutti. Lo sciopero inizia da mezzanotte, noi ci troviamo alle 6 al varco 4.
Arriverà in bus gente da tutta Italia, delegazioni di polizia, vigili del fuoco, tantissimi. Comportiamoci bene». Il presidente dell'autorità portuale Zeno D'Agostino promette dimissioni: «Se darò le dimissioni sarà per colpa di chi non farà entrare le persone a lavorare in porto. Questa non è libertà».
- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
- sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.