Giuseppe Conte perde il secondo round in Tribunale: i giudici di Napoli rigettano il ricorso presentato dall'ex premier per la revoca dell'ordinanza di sospensione dello statuto e della sua stessa nomina a presidente dei Cinque stelle. Restano congelati i vertici, compresa la guida del Movimento affidata a Conte con la votazione dello scorso mese di agosto.
L'avvocato degli italiani incassa un'altra sconfitta: il provvedimento, firmato dal giudice Francesco Paolo Feo, fa a pezzi la tesi difensiva di Conte. A nulla è valsa la contestazione sollevata dai legali M5S, ovvero che Conte e i vertici grillini non sapevano di quel regolamento del 2018 che permetteva l'esclusione da ogni voto degli iscritti per tutti coloro che fossero entrati nell'Associazione Movimento 5Stelle da meno di 6 mesi. Un'esclusione che aveva indotto il Tribunale partenopeo a congelare i vertici del Movimento. Nell'ordinanza dei magistrati questa mancanza viene addirittura richiamata tra le motivazioni alla base del rigetto del ricorso. Ora il prossimo round: l'udienza di merito fissata per il 5 aprile. Ma adesso è caos.
Conte vuole forzare e andare avanti con una nuova votazione, per apportare modifiche allo statuto (10 e 11 marzo prossimo). Ma incombe il rischio di nuovi ricorsi: «L'ordinanza, dovrebbe fare riflettere chi si ostina a tirare dritto nonostante i rilievi del collegio», spiega Lorenzo Borrè, legale dei tre attivisti che hanno promosso il ricorso, a proposito del voto che il 10 e l'11 marzo si terrà sulla piattaforma SkyVote.
Al momento il Movimento è senza un capo. E potrebbe spuntare dal cilindro Luigi Di Maio: il presidente dell'assemblea M5S che dovrebbe traghettare il Movimento verso un nuovo statuto e una nuova votazione è il ministro degli Esteri. Ma Conte non arretra: «C'è una volontà politica chiara del Movimento di abbracciare questo nuovo corso con questo nuovo statuto e quindi con me come leader. È già fissata la data della ripetizione dell'approvazione dello statuto per il 10-11 marzo. Rinnoviamo una grande partecipazione democratica, voteremo lo statuto e poi si eleggerà di nuovo il presidente, così dal punto di vista formale verremo incontro ai cavilli che ci stanno prospettando alcuni iscritti trascurando la volontà della stragrande maggioranza del Movimento, che vuole guardare avanti e fare politica».
I contiani rilanciano: «La decisione non mette tuttavia in discussione l'esistenza e la regolarità del Regolamento del 2018 su cui è stata fondata l'esclusione dalla votazione degli iscritti con meno di sei mesi. Questo dunque consente al Movimento 5 Stelle di procedere alle votazioni già prefissate per il 10 e 11 marzo per l'approvazione dello statuto, con le modifiche suggerite dalla Commissione di garanzia degli statuti dei partiti politici, con effetto retroattivo di convalida e/o conferma della delibera già impugnata. Al termine di questa votazione, il Movimento 5 Stelle potrà continuare a mettere in campo pienamente la sua azione, guardando alle numerose sfide che lo attendono nei prossimi mesi».
Il contenzioso pone due nuovi ostacoli: la
tutela della privacy dei dati sensibili degli iscritti e i fondi legati al 2 per 1000. Senza un leader chi ha la tutela dell'elenco degli iscritti ceduti da Casaleggio a Conte? Un vulnus che potrebbe avere effetti devastanti.
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