Aria e acque: i controllori più severi (e in prima linea) per tenere sott'occhio i livelli di inquinamento saranno i cittadini. Che potranno denunciare le aziende sotto casa o i comuni che non rispettano l'ambiente. Lo stabilisce la commissione Ue nel pacchetto Pollutio zero, il piano che rende più rigidi i limiti sugli inquinanti atmosferici e delle acque, sia quelle di falda e superficie, sia quelle di scarico dei centri urbani.
In arrivo anche misure sulla gestione integrata delle acque e l'ampliamento dell'elenco delle sostanze nocive per le acque di falda e di superficie. Nella lista dovrebbero finire sostanze come i Pfas e l'erbicida glifosato.
Le nuove politiche ambientali dovranno tenere conto dei paletti imposti dall'Europa, soprattutto se si calcolano i soldi già spesi per le procedure di infrazioni inferte dall'Ue: nel 2018 l'Italia è stata condannata dalla Corte europea a versare 25 milioni una tantum e oltre 30 milioni ogni semestre per la mancata conformità alle norme Ue sul trattamento e scarico delle acque reflue urbane in aree sensibili.
Si attende un giro di vite su particolato (Pm10), biossido di azoto e altri inquinanti atmosferici. I nuovi tetti alle emissioni si avvicineranno agli standard Oms ma non li eguaglieranno, almeno non per tutti i valori.
Cosa pensano i diretti interessati delle nuove restrizioni? L'80% degli italiani è consapevole delle norme Ue contro lo smog e vorrebbe che l'Ue rafforzasse gli standard sulla qualità dell'aria. È quanto emerge dall'Eurobarometro sull'atteggiamento dei cittadini europei sulla qualità dell'aria. Il dato è tra i più alti nei Paesi europei. L'indagine precisa che si riferisce al 24% degli intervistati in Italia, coloro che hanno indicato una qualche conoscenza dei limiti Ue. In generale, gli italiani sono tra gli europei che in maggior percentuale ritengono che la qualità dell'aria sia peggiorata negli ultimi dieci anni (60% contro 47% Ue).
Più degli altri europei, gli italiani si considerano non adeguatamente informati sui problemi della qualità dell'aria (39% sono contro il 31% dell'Ue). Più degli altri europei, i nostri connazionali considerano responsabili le istituzioni pubbliche e i datori di lavoro. Per quanto riguarda le misure prese a livello personale, solo il 29% degli italiani afferma di aver usato mezzi di trasporto alternativi alle auto (trasporti pubblici, bicicletta, spostamenti a piedi) contro il 41% degli altri cittadini Ue.
La maggior parte degli europei ritiene che condizioni di salute come le malattie respiratorie (89%), l'asma (88%) e le malattie cardiovascolari siano problemi gravi a causa dell'inquinamento atmosferico. Gli europei sono anche preoccupati per i problemi ambientali causati nei corpi idrici dall'inquinamento atmosferico come l'acidificazione e l'eutrofizzazione.
L'acidificazione e l'eutrofizzazione (quantità eccessiva di nutrienti nell'acqua che porta alla crescita eccessiva di alghe che soffocano altri organismi) sono tra le principali conseguenze del peggioramento della qualità dell'acqua.
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