Se davvero la Maturità quest'anno sarà «seria» come promesso ieri dal ministro dell'Istruzione, Lucia Azzolina, allora sarà l'unico impegno «serio» preso per quest'anno e toccherà agli studenti. Fino ad ora di «serio» rispetto al mondo della scuola non c'è stato niente. Gli impegni presi dalle amministrazioni locali e dal governo sono stati disattesi. Ragazzi, presidi e insegnanti abbandonati nel limbo della didattica a distanza.
In Liguria, Umbria, Puglia, Marche gli studenti delle secondarie di secondo grado torneranno in classe soltanto lunedì 25 gennaio. Salvo cambiamenti dell'ultim'ora. In Campania per le superiori non ci sono certezze mentre soltanto da ieri sono tornati in presenza anche gli alunni di quarta e quinta elementare. Ma anche per il Friuli Venezia Giulia le superiori restano in Dad fino al primo febbraio così come in Sardegna. Soltanto in Toscana, Abruzzo e Valle d'Aosta gli studenti delle superiori sono in classe (al 50/75%) dall'11 gennaio.
Quindi si va verso un esame finale anche per quest'anno in qualche modo «dimezzato» anche se la Azzolina precisa che al momento ci sono più ipotesi sul tavolo.
«Al ministero dell'Istruzione per il momento non abbiamo preso alcuna decisione. Nei prossimi giorni vedremo come sarà fatto l'esame. Ci sono delle interlocuzioni in corso, stiamo sentendo tutti: le consulte degli studenti, le famiglie, i sindacati e le associazioni dei docenti. Metteremo insieme tutto quello che pensano e poi nel giro di pochi giorni diremo come si farà l'esame».
Al ministro non piace il termine maturità light. La Azzolina promette invece «sicuramente un esame serio, che deve tener conto ovviamente dell'anno scolastico che i nostri studenti e le nostre studentesse stanno affrontando, e deve essere soprattutto un esame per cui la decisione venga condivisa con tutti». Tra le ipotesi sia un esame soltanto orale con commissione interna e un presidente esterno come lo scorso anno. Ma niente ammissioni «facili»: si terrà conto per l'ammissione del percorso scolastico. Una seconda ipotesi invece prevede anche una prova scritta oltre colloquio orale.
Ancora aperta anche la questione delle prove Invalsi che sarebbero cruciali per cominciare a valutare i danni provocati dalla prevalenza della dad che oltretutto ha di fatto escluso una fetta della popolazione scolastica. Oltretutto quella già più in difficoltà.
Un'analisi appena pubblicata da parte della Comunità di Sant'Egidio ha rilevato che circa 1 minore su 4 è considerato a rischio di dispersione per il numero eccessivo di assenze ingiustificate (più di 3 al mese) o perché addirittura non frequenta
la scuola dall'inizio dell'anno scolastico. Un bambino su 2 ha difficoltà a seguire le lezioni con la didattica a distanza e anche tra i minori che frequentano regolarmente, le ore di scuola effettive sono molto ridotte.
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