Roma - Chi rischia di più, alla chiusura delle urne in 22 capoluoghi di provincia, è facile a dirsi: il Pd di Matteo Renzi, che aveva 17 sindaci uscenti. Al Nazareno puntano su un bilanciamento: l'eventuale sconfitta di Genova potrebbe essere assai ridimensionata dalla conquista di Parma o Padova, oltre alla conferma dell'Aquila.
Chi ha più da guadagnare? Il centrodestra, che nella scorsa tornata di sindaci ne aveva solo 7 e può espugnare la rossa Genova, confermando un trend positivo.
I Cinque Stelle sono praticamente fuori dai giochi, hanno già perso Parma e si ritrovano in corsa solo ad Asti (con poche chance) e a Carrara.
GENOVA PER NOI
È la città più importante in ballo. Il sindaco uscente, Marco Doria, è di centrosinistra (ma a sinistra del Pd), esattamente come il candidato Gianni Crivello, già suo assessore, che parte in svantaggio (33,9%) rispetto al suo sfidante di centrodestra Marco Bucci (38,8%). Se Crivello la spuntasse, sarebbe la sinistra anti-renziana (da Bersani a Civati) a cantare vittoria. Se perdesse, la sconfitta verrebbe messa in conto a Renzi. Ma il segretario Pd si toglierebbe la bella soddisfazione di dimostrare che con le coalizioni-caravanserraglio spostate a sinistra si va a sbattere. Per il centrodestra (in Liguria a trazione Giovanni Toti) la conquista di Genova sarebbe invece un successo dell'ala filo-Lega: non a caso Matteo Salvini ha promesso di trasferirci la propria residenza. In gioco anche La Spezia, contesa tra centrosinistra (Paolo Mafredini) e centrodestra (Pierluigi Peracchini).
LA DIFESA DELL'AQUILA
È l'altro capoluogo di Regione in palio, e qui il candidato di centrosinistra (Pd come l'uscente) è l'unico renziano doc in corsa, e con buone speranze di vittoria: il giovane Americo Di Benedetto, ben piazzato al 47% nel primo turno, se la gioca con l'uomo del centrodestra Pierluigi Biondi, al 35,8%.
EFFETTO BANCHE
Le sfide venete potrebbero risentire del pasticcio sugli istituti di credito(Veneto Banca e Popolare di Vicenza), con il governo - che sta difficoltosamente gestendo la patata bollente - e di conseguenza il centrosinistra penalizzato. A Padova corre per la riconferma il leghista Massimo Bitonci (40% al primo turno), che deve vedersela con lo sfidante di centrosinistra Sergio Giordani (29,2%), sul quale ha dichiarato di far convergere i propri voti anche il candidato civico Arturo Lorenzoni (22%). Per il Pd si tratta di una gara difficile, ma che - se vinta - potrebbe mitigare non poco l'eventuale sconfitta di Genova. Complicato il caso Verona, dove si sfidano il leghista Federico Sboarina (29,3%) e l'ex leghista Patrizia Bisinella (23,5%), candidata dall'ex sindaco Flavio Tosi e appoggiata anche dal Pd. E il Veneto resta l'unica regione su cui Renzi ha investito, sottolineando l'importanza di una sfida per «non consegnare alla Lega alcune città cruciali», compresa la Belluno dove il Pd appoggia il sindaco uscente Jacopo Massaro contro il candidato di centrodestra Paolo Gamba.
PIZZA O SCARPA?
A Parma, primo epicentro dello smottamento grillino, il Pd sogna la riconquista con Paolo Scarpa (32,7%), che se la vede con l'uscente Federico Pizzarotti (34,8%), scomunicato da Grillo dopo una lunga guerriglia, nonostante si sia rivelato finora il miglior amministratore eletto dai Cinque Stelle. Scarpa, in realtà, si presenta come «civico», non più iscritto al Pd, e alle primarie ha battuto il candidato ufficiale del Nazareno.
GRILLINI RESIDUALI
Ad Asti, dopo una conta all'ultimo voto, il pentastellato Massimo Cerruti (15,30%) ha escluso dal ballottaggio la Pd Anna Motta. Ma Maurizio Rasero (47,62%), col centrodestra, è saldamente in testa. A Carrara è sfida Pd-Cinque Stelle.
NEL SUD
A Catanzaro Vincenzo Ciconte, il candidato Pd che con il suo 31% al primo turno insegue l'uscente Sergio Abramo del centrodestra (39,7%), non ha avuto l'appoggio degli scissionisti di sinistra di Mdp. A Taranto lieve vantaggio al primo turno per il centrodestra (Stefania Baldassarri) contro Rinaldo Melucci del centrosinistra.
LA SURREALE CORSA DI TRAPANI
Il candidato del centrodestra Girolamo Fazio si è
ritirato dal ballottaggio causa inchieste giudiziarie. Ma Pietro Savona, appoggiato dal centrosinistra e rimasto unico candidato, deve raggiungere almeno il 50,1% dei voti per essere eletto. Altrimenti, sarà tutto da rifare.
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