Il baby rapinatore Bilal incastrato dal gip. Convalidato l'arresto, rimane in carcere

Stabiliti nuovi esami per confermare che il giovane marocchino ha 14 anni e dunque è imputabile. Finora l'aveva fatta franca

Il baby rapinatore Bilal incastrato dal gip. Convalidato l'arresto, rimane in carcere

Milano. Per la Procura dei Minori e il pm Pietro Moscianese Santori ha 14 anni e, almeno per il momento, resta detenuto al Cpa del carcere minorile di Torino. Sì, parliamo ancora di lui, di Bilal, il giovanissimo e terribile marocchino autore di una raffica di rapine e scippi in strada sotto la Madonnina, ma fino a qualche giorno fa impossibile da arrestare. L'adolescente nordafricano ha infatti sempre sostenuto davanti a carabinieri e polizia che lo bloccavano dopo che aveva commesso i suoi colpi, di essere nato a metà ottobre 2008 e di avere quindi 12 anni. Un dato che era stato confermato peraltro persino dai risultati della praticamente infallibile radiografia del polso, l'esame che valuta l'età ossea. Ieri per Bilal è stato invece convalidato il primo arresto avvenuto nella notte tra mercoledì e giovedì a Milano, dopo gli ultimi due colpi messi a segno nella zona della stazione Centrale (aveva strappato la collanina a due ragazze insieme a un complice) e la successiva cattura dell'adolescente grazie alla polizia di stato. Una misura cautelare resa possibile grazie alla scienza medica. E nel particolare da una ulteriore e più approfondita analisi ossea e sulla dentatura effettuata sul sedicente Bilal dagli esperti del Labanof, il Laboratorio di Antropologia e Odontologia Forense dell'Università degli Studi di Milano, diretto dall'anatomopatologa Cristina Cattaneo che ne è il responsabile scientifico. E che ha stabilito come il marocchino avrebbe in realtà «tra i 13 e i 14 anni». Dato che rileva uno scarto che, seppur lieve, è stato considerato più che sufficiente quella notte dal magistrato di turno alla Procura dei Minori per decretare l'arresto in carcere del ragazzino.

Ora alla convalida seguirà una data, sempre fissata dal giudice, per i nuovi approfondimenti svolti con le modalità dell'incidente probatorio al fine di chiarire in maniera definitiva la reale età del ragazzo. E sarà sempre il Labanof a occuparsene. Non è un particolare irrilevante perché, se davvero la sua età fosse confermata, se davvero cioè si stabilisse che Bilal non è un minore di 14 anni, il giovanissimo sarebbe per sempre imputabile.

Che ieri, al momento della convalida dell'arresto, la reiterazione del reato non avrebbe giocato a favore di Bilal era facilmente intuibile. Così come tutto il can can creatosi attorno al suo percorso-beffa, peraltro stabilito in gran parte dalla legge vigente. Ovvero: rapina, fermo senza arresto perché non imputabile in quanto minore di 14 anni, conseguente affidamento alla comunità per minori stranieri non accompagnati e autori di reati, fuga dalla struttura e ritorno in strada, a Milano, a delinquere con annesso relativo atteggiamento da piccolo sbruffone finito sulle colonne del Corsera al grido di «in quanto 12enne nessuno mi può fermare (e soprattutto giudicare)».

Un messaggio di impunità e scherno che certo non fa bene allo stato italiano che ha accolto questo minore straniero non accompagnato.

Un giovanissimo diventato personaggio per aver «ripagato» l'ospitalità offertagli dal nostro Paese con una sequenza quasi quotidiana di furti e rapine: nelle ultime settimane in almeno una decina di occasioni a Milano Bilal infatti è stato bloccato dalle forze dell'ordine, subito rilasciato e messo in comunità (dalle quali è sempre riuscito a scappare) su disposizione della Procura dei minori. Che adesso potrebbe aver cambiato rotta nei suoi confronti. L'ultima parola, però, spetta alla scienza medica.

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