Bakhmut, stallo e accuse. Mosca attacca gli Usa "Nord Stream, colpa loro"

Prigozhin contro Putin: "Ci ha tagliati fuori". Giallo gasdotto, il Cremlino promette ritorsioni.

Bakhmut, stallo e accuse. Mosca attacca gli Usa "Nord Stream, colpa loro"

Qualche brivido lungo la schiena dei russi è arrivato di sicuro ieri, quando alcuni hacker hanno lanciato un falso allarme nucleare diffuso su diversi canali televisivi e stazioni radio. Immagini interrotte, schermi neri con messaggi di allerta e l'invito a mettersi immediatamente al riparo nei rifugi e a prendere pillole di ioduro di potassio. Nulla di vero ma, forse, un segnale utile a prendere consapevolezza di dove potrebbe arrivare un conflitto che pochi in Russia, establishment escluso, sembrano volere.

Un conflitto che al momento continua ad avere come epicentro Bakhmut, cittadina del Donetsk che fino 12 mesi fa nessuno a Occidente conosceva e che i russi, tramite la brigata Wagner, assediano e cercano invano di conquistare da quasi un anno. Secondo l'istituto per lo studio americano per lo studio della guerra, è in corso una sorta di stallo tattico da parte degli assedianti, con il leader Prigozhin che continua a lanciare messaggi, ai nemici ma soprattutto al Cremlino, reo di averlo tagliato fuori dai rifornimenti e dalla linea di comando. «È noto che il nemico sta preparando una controffensiva. Certo, stiamo facendo del nostro meglio per evitare che ciò accada», ha detto Prigozhin, annunciando che il suo gruppo, dopo i reclutamenti a tappeto nelle carceri e anche negli istituti psichiatrici, ha aperto 42 centri di reclutamento sul territorio russo. «Ma siamo preoccupati dalla mancanza di munizioni e forniture per la Brigata e l'esercito russo», denuncia, attaccando frontalmente Putin: «Siamo stati tagliati fuori. Per farmi smettere di chiedere munizioni, mi sono stati spenti tutti i telefoni speciali in tutti gli uffici e anche bloccati tutti i passaggi ai dipartimenti responsabili delle decisioni». Da parte ucraina, la situazione a Bakhmut è vista in maniera differente. La vice ministra ucraina della Difesa Anna Malyar dice che «La situazione si è aggravata, il nemico continua l'offensiva e cerca di sfondare la difesa delle forze armate ucraine». Di contro, il portavoce delle forze armate Serhiy Cherevaty racconta che «la compagnia Wagner ha subito perdite significative e, si potrebbe dire, la maggior parte di essa è caduta nei campi di Bakhmut».

A Bakhmut ha perso la vita nei giorni scorsi un simbolo dell'esercito ucraino, Dmytro Kotsyubaylo, nome di battaglia «DaVinci». Il 27enne, arruolato volontario già nel 2014, aveva scalato le posizioni nell'esercito diventando un punto di riferimento, tanto da ricevere già lo scorso anno il titolo di Eroe dell'Ucraina. Ai suoi funerali ieri hanno partecipato il presidente Zelensky e anche la premier finlandese Sanna Marin, che nella sua visita a Kiev ha confermato il totale sostegno del suo Paese.

Mentre Kiev continua a richiedere difese aeree più efficaci anche per contrastare i missili russi Kinzhal, utilizzati nei giorni scorsi contro i civili ucraini e difficilissimi da intercettare, continua a tenere il banco il caso Nord Stream con un rimpallo di accuse sul sabotaggio al gasdotto dello scorso ottobre. «Per noi è chiaro che Washington è responsabile per questo atto terroristico senza precedenti», ha attaccato il vice ministro degli Esteri russo Serghei Ryabkov secondo cui le indiscrezioni per cui l'attacco sarebbe stato compiuto da un gruppo pro-ucraino, sarebbero «un tentativo da poco per sviare l'opinione pubblica internazionale». A rincarare la dose ci pensa il solito ministro degli Esteri Lavorv: «la Russia penserà a come rispondere all'Occidente se una indagine obiettiva e imparziale dovesse essere bloccata».

Da parte sua, il presidente ucraino Zelensky chiude ad ogni responsabilità di Kiev: «Non abbiamo nulla a che fare con il danneggiamento. Tali notizie dei media fanno il gioco della Russia», ha detto. Una polemica e un caso aperto in più, in una guerra che sembra sempre più lontana dalla sua fine.

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