È giallo sulla morte di una bambina di 4 anni annegata nell'ennesima traversata della speranza partita da Sfax, in Tunisia. La versione ufficiale dei 34 migranti che erano con lei su una barca in ferro di 7 metri è che la bimba sia caduta in mare dopo l'urto del natante da parte di un peschereccio tunisino, il cui equipaggio voleva rubare il motore dell'imbarcazione. Ma le cose potrebbero essere andate diversamente. La presenza, sempre più accertata, di pescherecci tunisini nei pressi delle aree in cui si trovano le imbarcazioni dei migranti, tant'è che spesso intervengono per il primo soccorso, ha destato l'attenzione di alcuni investigatori che ipotizzano che i pescherecci siano le cosiddette «navi madre», ovvero le imbarcazioni che trainano i barchini carichi di migranti per poi lasciarli vicino alla costa. Per questo è interesse loro riprendersi il motore. «È una pratica già vista fare ai libici - dice una fonte del Giornale -. Quando le navi Ong arrivavano vicino ai barchini, i trafficanti toglievano i motori per usarli di nuovo». Le immagini a supporto dell'inchiesta della procura di Trapani sui presunti contatti tra scafisti e alcune Ong attestano come gli scafisti addirittura si riprendessero il barcone per riutilizzarlo. La tragedia del mare è avvenuta in area Sar italiana. La barca è stata poi soccorsa da guardia costiera e guardia di finanza che hanno avviato le ricerche della bimba inghiottita dalle onde, ma il corpicino non è stato trovato. Nell'altra recente tragedia che ha visto 3 dispersi in mare, tra cui la mamma di Ismail, un bimbo di circa 6 mesi, c'è almeno un lieto fine per lui. Ha infatti lasciato l'hotspot di Lampedusa dove era stato condotto con gli altri 46 superstiti per essere affidato a una dottoressa della Rianimazione del 118 di Palermo. «L'ho prima soccorso e accudito e, vista la tragedia che si era consumata ha detto lei ho espresso il desiderio di poterlo avere in affidamento temporaneo». Ismail ha ora, oltre a una mamma, un papà e un fratello adolescente. Intanto, sono in corso le indagini della polizia per verificare se tra i 46 superstiti del naufragio ci sia qualche parente o magari proprio il papà. È stata informata anche la Procura dei minorenni presso il tribunale di Palermo. Sull'isola si continua a sbarcare, malgrado le condizioni del mare non siano affatto buone.
Per questo sono stati rallentati i trasferimenti dall'hotspot, che comunque ci sono stati. Il primo sbarco di ieri è avvenuto alle 15 con 35 migranti intercettati in mare dalla guardia di finanza. Sono di Burkina Faso e Sudan e sono partiti da Sfax all'alba di sabato.
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