L'accusa, nell'ambito di uno dei filoni dell'inchiesta della procura di Arezzo su Banca Etruria, era di falso in prospetto. E oggi, per Pierluigi Boschi, padre dell'ex ministro dem, Maria Elena Boschi, la stessa accusa è stata archiviata.
La notizia è stata riferita dal quotidiano La Nazione, che ha riportato i contenuti di un decreto del giudice per le indagini preliminari di Arezzo emerso ieri, a margine dell'udienza preliminare in cui, invece, restano imputati, per la stessa accusa, l'ex presidente della banca, Giuseppe Fornasari, l'ex direttore generale, Luca Bronchi, e il funzionario Davide Canestri.
Boschi risultava tra altri 18 indagati, membri del cda della banca tra il 2011 e il 2014 e sindaci revisori. All'inizio, il pubblico ministero Julia Maggiore aveva aperto un fascicolo ma, nel maggio dello scorso anno, aveva fatto richiesta di archiviazione. La scelta era dovuta al fatto che il cda, nell'aprile del 2013, aveva delegato il dg Bronchi a occuparsi di redigere il prospetto per il collocamento di bond.
Per l'accusa, quindi, la responsabilità delle eventuali false informazioni sarebbe stata di Bronchi, che avrebbe agito di concerto con Fornasari e Canestri, la figura tecnica di riferimento.Secondo quanto riferito dal giornale toscano, poi, per Pierluigi Boschi potrebbe arrivare, a breve, anche una seconda richiesta di archiviazione, relativa all'indagine sulla liquidazione dell'ex direttore generale.
- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
- sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.