Di nuovo. La tragedia che diventa farsa. Da Roma a Milano, il dramma di Israele si trasforma in una grottesca guerra delle bandiere. Con i sindaci del centrosinistra che preferiscono il compromesso al sostegno incondizionato allo Stato Ebraico attaccato dai terroristi di Hamas. Il pannicello caldo per evitare di esporsi, stavolta, ha le sembianze della bandiera arcobaleno della Pace. Un simbolo che i sindaci Roberto Gualtieri e Beppe Sala hanno scelto di affiancare a quello di Israele. Forse uno stratagemma per non turbare certe frange di sinistra radicale che pure appoggiano i primi cittadini di Roma e Milano. E così, mentre a Palazzo Chigi e nelle maggiori città europee svetta lo stemma con la stella di David, al Campidoglio e a Palazzo Marino trionfa l'ipocrisia. Sala difende la sua scelta, anche se le due bandiere vengono rimosse poco dopo perché, secondo la legge, le bandiere di un Paese straniero si possono esporre su una sede istituzionale per più di 24 ore solo quando è in visita un capo di Stato estero. Sala dice che la decisione delle due bandiere «può scontentare qualcuno ma io credo che sia una cosa giusta». Segue dichiarazione cerchiobottista: «È chiaro che la reazione di Israele sarà probabilmente dura, per cui noi non possiamo non richiamare anche le ragioni della pace».
Tra gli scontenti per la scelta di Sala c'è sicuramente Roberto Jarach, presidente del memoriale della Shoah di Milano. Jarach, martedì pomeriggio al presidio pro-Israele organizzato da Forza Italia davanti al Memoriale, si era detto contrario all'esposizione delle due bandiere, perché «indebolisce il messaggio». Obiezione cui Sala risponde sprezzante: «Jarach è un uomo di destra e usa la situazione per fare politica». Poi il sindaco dice di sentirsi «umanamente lontano» dal presidente del Memoriale. Replica di Jarach: «Non mi sono mai esposto politicamente, questa uscita di Sala la trovo fuori luogo».
Anche a Roma il sindaco del Pd si becca la giusta reprimenda di chi tiene viva la memoria della tragedia dell'Olocausto. Roberto Gualtieri ha illuminato il Campidoglio con le bandiere di Israele e della Pace. Anche i municipi romani hanno esposto entrambe le bandiere. «Penso che in questo momento sia un segnale non positivo esporre la bandiera della pace in quel modo», dice Mario Venezia, presidente della Fondazione Museo della Shoah di Roma. «Noi siamo convinti che la pace sia la meta e il desiderio di tutti, ma forse in questo momento andrebbe dato un segnale più forte, magari per il rilascio degli ostaggi».
Da Roma a Firenze. Ancora il Pd. Stavolta il protagonista di un altro episodio imbarazzante è il dem Luca Milani, presidente del consiglio comunale del capoluogo toscano. Milani «trova sbagliata» la manifestazione di domenica organizzata dal console Marco Carrai, cui parteciperà anche il sindaco Dario Nardella. Il consigliere vicino a Elly Schlein fa sfoggio di equidistanza: «Trovo sbagliate le manifestazioni pro Palestina e pro Israele, non servono alla causa della pace». Insorge Italia Viva, che a Palazzo Vecchio è in maggioranza con il Pd. Il coordinatore fiorentino di Iv Francesco Grazzini chiede le dimissioni di Milani.
L'eurodeputato renziano Nicola
Danti, coordinatore toscano del partito, parla di «parole gravissime» e pungola Nardella: «Siamo anche ansiosi di conoscere il pensiero del sindaco Dario Nardella e del Pd. Anche per loro è sbagliato manifestare per Israele?»
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