L'uomo che ha favorito la vittoria di Donald Trump alle presidenziali americane adesso guarda alle elezioni europee e, in modo particolare, al laboratorio Italia. Non deve, quindi, stupire se negli ultimi tempi Steve Bannon si è fatto vedere piuttosto spesso in Italia. Al suo fianco c'è Benjamin Harnwell che sta lavorando alla scuola di sovranismo nella Certosa di Trisulti, in provincia di Frosinone.
A metà aprile Roma ospiterà la prima, grande manifestazione dei partiti sovranisti europei. A tirare le fila dell'operazione è Matteo Salvini. E al leader della Lega Bannon riconosce "una leadership straordinaria". "È riuscito a trasformare la Lega da partito regionale a forza non solo nazionale ma a quello che negli Stati Uniti definiamo un worldwide brand, portando la Lega dal 5 per cento a diventare il primo partito in Europa e che eleggerà il maggior numero di rappresentati al Parlamento europeo", spiega facendo notare, in una lunga intervista al Messaggero, che il Carroccio in Italia ha già superato il consenso del Rassemblement National di Marine Le Pen in Francia. Per questo, a detta del guru sovranista, il vice premier leghista "sarà il perno di una grande alleanza a livello europeo con i principali partiti sovranisti che scardinerà il duopolio franco-tedesco che ha governato in Europa negli ultimi anni e darà finalmente vita all'Europa delle Nazioni".
Secondo Bannon, la nuova alleanza europea "prenderà spunto dall'accordo tra Lega e M5S, che ha fatto dell'Italia un laboratorio politico a livello mondiale". L'ex consigliere di Trump è stato tra i primi ad auspicare la formazione del governo gialloverde e, nelle concitate fasi dopo le elezioni del 4 marzo 2018, ha avuto un ruolo determinante per convincere Salvini ad allearsi con il Movimento 5 Stelle. "Per far ripartire l'economia italiana - suggerisce poi - è necessaria maggiore deregulation, non è possibile che una nazione importante come l'Italia abbia da anni crescita zero". E consiglia un drastico taglio delle tasse che favorisca gli investimenti e "una maggiore deregolamentazione del mercato". Questa però è una visione economica antitetica a quanto proposto dai Cinque Stelle con il reddito di cittadinanza. Una misura profondamente assistenziale che lo stesso Bannon ritiene insostenibile. "La Flat tax non è la panacea di tutti i mali ma rappresenta un inizio importante". Di questo Bannon ha parlato anche con Armando Siri di cui già conosceva il libro pubblicato qualche anno fa sull'argomento.
Bannon guarda anche a Fratelli d'Italia e, in modo particolare, a Giorgia Meloni. I due si sono conosciuti a settembre ad Atreju. "Chi afferma che Fratelli d'Italia è un partito fascista dice fesserie, è un partito di patrioti che amano l'Italia", spiega rimettendo al centro dell'agenda politica le elezioni europee e la necessità di costruire una grande alleanza in chiave anti-establishment.
"Ciò che mi ha più colpito nella campagna elettorale delle passate politiche - conclude - è la vicinanza tra il popolo italiano e Salvini e Di Maio, in opposizione ai burocrati che hanno distrutto l'economia italiana ed europea, uno schema che si dovrebbe riproporre anche il 26 maggio".- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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