Niente da fare: il tentativo di semplificazione della legge sulle elezioni comunali non è andato a segno. Il centrosinistra ha alzato le barricate e l'emendamento a firma di Adriano Paroli (FI), Marco Lisei (FdI) e Paolo Tosato (Lega) - quello presentato in commissione Affari costituzionali - è stato ritirato. Possibile che si sia voluto evitare l'inasprimento del clima, in vista di eventuali riforme istituzionali. Ma il succo non cambia: quando si tratta di facilitare i processi, a sinistra si inalberano. Qual era la ratio del provvedimento? A spiegarlo era stato il senatore azzurro Adriano Paroli: «L'emendamento non avvantaggia nessuno, ma semplifica il sistema elettorale dei Comuni sopra i 15 mila abitanti. In Sicilia già si vota così e funziona. In questo modo si evita il ballottaggio e quindi si evitano costi ma anche il mercato delle vacche che a volte scatta». La specificazione del parlamentare di Fi è arrivata dopo che l'opposizione si era già fatta sentire, parlando persino di «colpo alla democrazia». Espressione usata dal coordinatore dei sindaci dem e primo cittadino di Pesaro Matteo Ricci. Andrea Giorgis, senatore Pd, aveva persino pensato a un ulteriore meccanismo pur di frenare la semplificazione: «Confidiamo che la Giunta dichiari che questa modalità di aggirare le procedure di formulazione della legge è in contrasto con il regolamento e quindi dichiari inammissibile l'emendamento».
Ivan Scalfarotto (nel tondo), d'Italia Viva, ha preso atto della novità, sottolineando il suo punto di vista via Twitter: «Emendamento della maggioranza ritirato. Bene, ma preoccupante che si sia solo potuto pensare di fare una cosa così scorretta. Inutile parlare di riforme condivise come fanno GiorgiaMeloni e il ministro Casellati se poi in Parlamento si tentano manovre truffaldine di questo tipo». Il Terzo polo tutto si era schierato contro l'eliminazione del ballottaggio per i comuni con più di 15mila abitanti. La sensazione è che per le forze politiche che siedono tra gli scranni della minoranza non sia possibile modificare la legge sulle elezioni comunali, ossia norme che risalgono a un trentennio fa. Il capogruppo della Lega in Senato Massimiliano Romeo ha specificato a fine giornata come non sia finita qua: «Abbiamo deciso di ritirare l' emendamento nel rispetto di una procedura di urgenza votata da tutti, anche dalla opposizione».
Ma la visione di far sì che il modello siciliano riguardi tutti - ha insistito Romeo - verrà ribadita senza remore. La volontà è di tutta la maggioranza, ha assicurato il leghista. Il centrodestra non molla, insomma. «Lo riproporremo», ha chiosato l'esponente del partito guidato dal vicepremier e ministroMatteo Salvini.
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