Le telecamere confermano la dinamica dell'incidente ma non le cause: il pullman guidato da Alberto Rizzotto sale lentamente lungo la parte destra della rampa del cavalcavia, striscia contro il guardrail per 30 metri, poi esce di strada e precipita. Ora tutti si fanno la stessa domanda: come ha fatto il pullman elettrico, anche se di 13 tonnellate, a spazzare via la barriera di protezione tagliandola come fosse un coltello nel burro? E sono piovute molte risposte, tutte a sfavore di quella barriera di protezione che era vecchia, bassa, arrugginita, inadeguata, poco più di una ringhiera, che, nel punto di caduta e bus, sembra fosse interrotta per un paio di metri.
L'unica voce fuori dal coro delle critiche è di Matteo Salvini, responsabile delle Infrastrutture che taglia corto: «Non è un problema di guardrail». Il ministro ipotizza che la causa dell'incidente sia un fattore umano, tanto che parla di «malore su cui nessun codice della strada può intervenire». Ma anche sulla qualità del mezzo di trasporto Salvini adombra dubbi. «Ho sentito che i Vigili del Fuoco parlavano delle batterie elettriche che prendono fuoco più velocemente, più rapidamente di altre forme di alimentazione. Questo spiega il ministro - non so se c'entri o non c'entri, lascio ai tecnici la risposta ma in un momento in cui qualcuno dice tutto elettrico forse uno spunto di riflessione si deve fare». Anche il procuratore di Mestre, Bruno Cherchi, non esclude problemi del bus elettrico. «Non risultano particolari fiamme o un incendio in senso tecnico del bus precipitato precisa- ma che c'è stata una fuoriuscita di gas dalle batterie di litio su cui stiamo facendo accertamenti». Gli inquirenti dunque, non stanno sottovalutando il cosiddetto effetto «thermal runaway», una fuga termica che si alimenta in maniera autonoma quando vi è un eccessivo aumento della temperatura, provocando l'incendio dell'elettrolita liquido che di per sé è molto infiammabile. E cosa può innescare questo tipo di esplosione? Tra le cause ci possono essere un cortocircuito interno o esterno provocato per esempio da un incidente o da un forte impatto meccanico, come per esempio una caduta da grande altezza. L'impatto può così deformare la batteria esternamente o anche internamente così da rompere il separatore (una sorta di filtro) tra anodo e catodo. Quando i due terminali si toccano, avviene il corto circuito interno a cui l'elettronica di sicurezza non può porre rimedio. Ecco dunque che il calore aumenta sempre di più fino a incontrare l'effetto «Thermal Runaway».
Un bus inaffidabile, dunque? Forse ha un fondamento la decisione della Gtt, gruppo torinese trasporti, che nel 2020 ha annullato una commessa da 72 milioni per l'acquisto degli stessi pullman di Venezia, fabbricati in Cina. Secondo i tecnici la qualità dei mezzi era molto bassa perché assemblati in nave. Ma per il momento sono solo illazioni. Sarà l'inchiesta chiarirà molti interrogativi. Solo quella barriera di protezione del cavalcavia di Mestre è già sotto accusa. «È degli anni '50, è quasi una ringhiera e potrebbe essere stato una concausa dell'incidente», accusa Massimo Fiorese, l'ad della società «La Linea», proprietaria del bus precipitato. E che fosse da sostituire lo ha confermato anche l'assessore comunale ai trasporti di Venezia, Renato Boraso: «Quel guardrail è vetusto. Nel progetto da oltre 6 milioni di euro di rifacimento del cavalcavia erano compresi anche un nuovo guardrail e la modifica del parapetto».
Il presidente dell'Asaps, Giordano Biserni offre un lapidario giudizio tecnico: «Quello era un guardrail a unica
onda alto un metro e mezzo e non il triplo, come sarebbe stato necessario per il contenimento di un veicolo che può raggiungere le 18 tonnellate. Un guardrail così può contenere un'auto ma un bus del genere è difficile».- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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