Cosa serve per la ripresa dell'Italia? Secondo i telegiornali e i dibattiti tv, decine e decine di miliardi che darà l'Europa o a fondo perduto o in prestito. Sono convinto che occorrano anche altre qualità. La situazione del Paese e soprattutto delle regioni del Nord, in particolare Lombardia e Milano, mi ricorda un grande pugile al tappeto, fra i fischi e gli insulti degli spettatori e che si rialza a fatica stordito. Con i critici che commentano che già si vedevano i segni della sua debolezza ed è finito, finito per sempre. Se è veramente un grande pugile, si ritirerà per allenarsi accanitamente perché vuol rifarsi, vincere, vendicarsi dell'affronto subito ma la ricorderà ogni giorno per ricavarne forza e volontà di riscatto. Questa è la qualità fondamentale che ciascuno dovrebbe coltivare dentro di se. Non accettare la sconfitta, prepararsi alla rivincita. E partendo da questa volontà di riuscita pensare ogni momento come migliorare ciò che fa, studiare cosa può volere il consumatore e adattarsi prontamente. Una stagione turistica è l'occasione per cambiare il rapporto col consumatore, dargli nuovi intrattenimenti, musica, incontri, servizi più facili, più comodi. Pochi ne hanno approfittato. Sono convito che regioni e città che hanno ospitato le grandi industrie manifatturiere che hanno reso famosa e grande l'Italia devano battersi come delle belve anche sul piano politico. Lo sviluppo economico non l'hanno fatti i politici, il parastato, ma gli imprenditori e gli operai. Che siamo stati noi a inventare la vespa e la lambretta, il pret a porter, il made in Italy.
Ed ora che è il momento dell'alta tecnologia, dobbiamo dare incentivi agli imprenditori perché mettano subito al lavoro e paghino bene i nostri bravi laureati prima che vadano all'estero. Anche in questo caso occorre azione immediata fiducia, volontà di riscatto. Basta lamenti.
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