La battaglia legale non finisce: "Il governo dica tutta la verità"

Gli avvocati che hanno ottenuto la desecretazione non sono soddisfatti: mancano i verbali sul caso Alzano

La battaglia legale non finisce: "Il governo dica tutta la verità"

L'assaggio di trasparenza imposto al governo da un gruppo di coraggiosi avvocati siciliani con l'appoggio della Fondazione Einaudi fa venir voglia di sapere tutta la verità su come il premier ha gestito il lockdown. Altro che trasparenza: Giuseppe Conte ha governato a colpi di decreti, ha nascosto i documenti finché ha potuto e ora ha tirato fuori dal cassetto solo il minimo indispensabile.

Sono stati desecretati cinque verbali del Comitato tecnico scientifico per 200 pagine in totale. Brilla l'assenza della documentazione sul caso Alzano. Ma anche le carte delle fasi successive. «Noi abbiamo chiesto solo cinque verbali -spiega l'avvocato Andrea Pruiti Ciarello, che ha condotto il braccio di ferro legale con il governo insieme ai colleghi Enzo Palumbo e Rocco Mauro Todero- perché l'istanza di accesso generalizzato agli atti che abbiamo presentato prevede che siano identificati con precisione i documenti da rivelare, e quei verbali erano gli unici di cui conoscevamo per certo l'esistenza perché erano richiamati nei Dpcm emanati dal presidente del Consiglio».

Ecco perché fa sorridere la retorica con cui il ministro della Salute Roberto Speranza ha commentato la decisione di desecretare gli atti: «La regola della trasparenza è quella cui non intendiamo rinunciare». Il governo del resto aveva tentato di scaricare sul Cts la responsabilità di aver secretato gli atti. «Affermazione senza fondamento -scuote il capo Pruiti- il Cts non ha questa autonomia». La prova è nell'iter giudiziario che ha portato alla divulgazione dei verbali. «Ad aprile io e i colleghi -rievoca Pruiti- abbiamo sentito l'esigenza, come cittadini, di conoscere le motivazioni che avevano indotto il governo a decretare una privazione della libertà senza precedenti nella storia della Repubblica».

Il 2 maggio arriva il rigetto dell'istanza da parte del capo della Protezione civile Angelo Borrelli che si limita a lasciare aperto una possibilità ma «a fine stato di emergenza». Il che, tra l'altro rinforza i sospetti sul perché l'Italia sia rimasto l'unico Paese europeo ad aver prolungato ancora lo stato d'emergenza nonostante la diffusione del virus sia ai minimi del continente. Gli avvocati ricorrono al Tar e vincono ma a questo punto è direttamente Palazzo Chigi a scendere in campo con un ricorso curato dall'Avvocatura dello Stato. La terza sezione del Consiglio di Stato presieduta da Franco Frattini per motivi tecnici blocca l'esecutività della sentenza del Tar, ma riconosce le ragioni degli avvocati. «A quel punto -dice il presidente della Fondazione Einaudi Giuseppe Benedetto- la notizia oscurata dai media, in primis, e mi chiedo il perché, dal Corriere della Sera, aveva infiammato la Rete». Una pressione dal basso che ha risvegliato la politica: ecco le richieste di Lega e Fdi a Conte, un ordine del giorno di Forza Italia e infine la richiesta del Copasir di acquisire gli atti. Benedetto ha colto la palla al balzo e lanciato un appello al premier che mercoledì sera ha capitolato. «A noi avvocati sono arrivati migliaia di messaggi di congratulazioni e inviti ad andare avanti -gioisce Pruiti- e mi rattrista pensare che ci siano parlamentari che a ogni occasione si definiscono liberali e mai ci hanno affiancato in questa battaglia».

Il pool di legali chiede ora al governo di procedere con la pubblicazione del resto dei verbali e nel centrodestra si moltiplicano le richieste di chiarire se Conte abbia cavalcato il lockdown per motivi politici andando ben oltre le linee guida del Cts. «Chiediamo al governo di desecretare tutti i verbali -avvisa Pruiti- altrimenti è una battaglia che siamo pronti a portare fino in fondo».

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