Si rivela sempre più ardua la gestione dei detenuti all'interno dell'Istituto penale per minorenni «Cesare Beccaria», una situazione a tratti drammatica portata alla ribalta dall'indagine della procura di Milano che ad aprile spinse anche alla sostituzione dei vertici e di quasi tutto il personale. Ieri, altre tre evasioni: una in serata (un italiano, sembra), dopo quella avvenuta poco dopo le 16: due fratelli di origine marocchina, di 16 e 17 anni, hanno lasciato il carcere uscendo dalla portineria, quindi hanno scavalcato il muro di cinta. Uno dei due era già fuggito il 14 giugno (e pare che anche in precedenza avesse tentato di scappare), ma venne rintracciato nel giro di qualche giorno. Inoltre entrambi i fratelli - che fanno parte del gruppo avanzato, che prevede la partecipazione a corsi di formazione e di inserimento al lavoro ma anche meno restrizioni all'interno del carcere - figurano nel gruppo dei promotori della rivolta del 31 agosto. Nonostante i comportamenti pregressi da veri rivoltosi, però, i due ragazzi non sono mai stati trasferiti. E adesso, per ritrovarli, sono mobilitati il Nucleo Investigativo regionale dei baschi blu, unitamente alle forze dell'ordine.
Una questione spinosa quella delle evasioni frequenti e dei disordini che da oggi dovrà affrontare il nuovo comandante della Polizia penitenziaria al Beccaria, commissario Raffaele Cristofaro, in arrivo stamattina insieme a una un'unità di sostegno agli agenti e al personale. Lo ha annunciato ieri in serata il Dipartimento per la Giustizia Minorile e di Comunità, spiegando di aver fatto una ispezione nei giorni scorsi nell'Istituto penale per minorenni milanese a seguito della quale sarebbero stati individuati alcuni interventi infrastrutturali da svolgersi con la massima urgenza. Ad accogliere Cristofaro e l'unità ci sarà il Capo Dipartimento per la Giustizia Minorile, Antonio Sangermano.
Intanto non si contano le polemiche seguite alla fuga di ieri. Gennarino De Fazio, segretario generale del sindacato Uilpa, ha commentato: «Non c'è pace evidentemente nelle carceri del Paese, che si guardi al circuito per minori, in cui permangono detenuti fino al 25esimo anno d'età, o a quello per adulti».
In riferimento alla tragedia accaduta giovedì notte a San Vittore, dove un 18enne di origine egiziana e che non avrebbe dovuto trovarsi in carcere visto che soffriva di vizio totale di mente, è morto carbonizzato durante un incendio appiccato dal suo compagno di cella, De Fazio aggiunge: «Che vengano ripresi o che si riconsegnino non cancellerà le falle del sistema che tiene 18enni tra gli adulti a bruciare vivi e 25enni tra i minori, con i
14enni». «Cos'altro serve - sottolinea Alfonso Greco, segretario lombardo del Sappe - per capire che i Minorili non sono collegi per ragazzini indisciplinati, ma vere e proprie galere che detengono delinquenti e criminali».
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