Beckham volto del Qatar può rimetterci la faccia: "Si è venduto l'anima"

Accordo da 150 milioni per promuovere il mondiale. Amnesty: "Si informi sui diritti"

Beckham volto del Qatar può rimetterci la faccia: "Si è venduto l'anima"

Si può essere contemporaneamente ambasciatore dell'Unicef e il volto della prossima edizione dei Mondiali di Calcio in Qatar? No che non si può. A sostenerlo sono decine di associazioni britanniche per la difesa dei diritti umani che in questi giorni hanno sollevato un putiferio dopo aver appreso che l'ex calciatore David Beckham avrebbe appena stretto un accordo miliardario con l'emirato che si prepara a rappresentare in vista della Coppa del Mondo del 2022. I soldi che l'icona del calcio inglese incasserà per l'incarico - s'immagina neppure particolarmente gravoso - ammontano, euro più euro meno, a circa 177 milioni distribuiti su dieci anni. Una cifra da capogiro a cui neppure Beckham, già miliardario di suo, ha saputo rinunciare.

Dopo tutto si tratta solo di affari, si dirà. Solo che, in questo caso, la situazione è delicata. Mister Beckham è da anni uno dei paladini dei diritti dei più deboli e degli emarginati, diritti che in Qatar vengono sistematicamente violati, soprattutto per quanto riguarda le donne e gli omosessuali. Gli episodi di repressione, d'intimidazione e violenza nei confronti di queste categorie sono all'ordine del giorno e sicuramente l'ex calciatore ne è informato. Anche per questo la sua decisione di accettare l'accordo ha fatto andare su tutte le furie le organizzazioni inglesi che da decenni si battono per la difesa degli emarginati in Qatar e in altri Paesi arabi. «Ha venduto l'anima per soldi», tuonano i vari portavoce dalle colonne dei giornali nazionali chiedendo che Beckham venga rimosso dall'incarico di ambasciatore ufficiale dell'Unicef. «È veramente deludente che voglia promuovere l'immagine del Qatar in cambio di un sacco di quattrini, considerando quanto questo Paese disprezzi e violi i diritti delle minoranze - ha dichiarato al Daily Mail il noto attivista inglese Peter Tatchell -. Certo sta facendo un errore enorme e mi auguro che ci ripensi. Tutto questo non può conciliarsi con la sua attività e il suo tanto professato sostegno nei confronti delle donne, delle lesbiche, dei gay e dei transgender».

Vaghe e poco credibili per ora le giustificazioni dell'ex calciatore che ha fatto sapere di aver chiesto, e ottenuto, speciali rassicurazioni riguardo a un equo trattamento di tutti i fan del torneo, prima di firmare il contratto che gli assicura un introito fisso di 17 milioni di euro all'anno. «Che debole scusa per uno come lui e per tutti i club e le star dello sport che prendono soldi da questo violento e brutale regime», dichiara senza mezze misure Helen Barnard, direttore del settore di strategia e ricerca alla Fondazione Joseph Rowntree.

Dal canto suo, Beckham non sembra essere particolarmente turbato dalla bufera che che si è scatenata sul suo conto. La leggenda del calcio inglese è stato infatti fotografato in Qatar proprio all'inizio del mese, durante una visita di ricognizione negli stadi che verranno utilizzati durante il torneo.

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