L'unica barca della flotta civile delle Ong dei migranti che batte bandiera italiana è tornata in mare. È salpata da Trapani venerdì 23 agosto e sta navigando in direzione sud, verso le coste della Libia, dove già si trovano già i velieri tedeschi Trotamar III e Nadir. Questa, però, non è una missione come tutte le altre, perché l'equipaggio ha ricevuto la benedizione di Papa Francesco. Il Pontefice ha inviato un messaggio al cappellano di bordo, don Mattia Ferrari, nel quale si legge: «Vi auguro il meglio e invio la mia benedizione all'equipaggio di Mediterranea Saving Humans e a Migrantes. Prego per voi. Grazie tante per la vostra testimonianza. Che il Signore vi benedica e la Madonna vi custodisca».
È stata proprio l'organizzazione a dare la notizia del messaggio del Papa tramite i suoi social. Per Mediterranea Saving Humans questa è la diciottesima missione nel Mediterraneo centrale da quando, nel 2018, il rimorchiatore è stato messo in mare con le insegne della Ong. Ancora una volta il Santo Padre conferma il legame con la Ong di Luca Casarini, che nel 2003 è stata al centro delle polemiche per presunti finanziamenti dalla Cei, la Conferenza episcopale italiana. Ma nel messaggio di Papa Francesco c'è un elemento che non sembra essere legato a Mediterranea Saving Humans, perché il Pontefice parla di Migrantes. Infatti, l'elemento più particolare di questa missione della Mare Jonio è che la barca è scortata da una barca a vela, chiamata Migrantes, organizzata dalla Fondazione Migrantes della Chiesa cattolica italiana, con funzioni di osservazione e documentazione, informazione e testimonianza. Grazie al sostegno dei vescovi, il vecchio rimorchiatore di Casarini naviga con una barca di supporto con a bordo altri volontari e personale medico, oltre a un mediatore culturale e a un piccolo gruppo di giornalisti. «È una barca d'appoggio preparata assieme a Migrantes, con a bordo due direttori diocesani di Fano e di Caltanissetta», ha spiegato don Ferrari a Vatican News, parlando di questa missione congiunta come di un «ennesimo tassello in una collaborazione con la Chiesa che va avanti da anni e che è fatta soprattutto di tante relazioni e ai vari livelli dalle parrocchie alle diocesi, alla Chiesa universale».
La missione di Mare Jonio è iniziata con l'ennesima propaganda antigovernativa nei confronti di quella stessa autorità che, tra pochi giorni, verrà chiamata ad assegnare un porto alla barca e ai suoi migranti, per poi sentire nuove lamentele se, come spesso accade, il Pos stabilito non è di gradimento alla Ong.
Nonostante l'azione delle organizzazione non governative sia ormai più politica che altro, don Ferrari insiste nel dire che andare per mare significa anche «spezzare questo muro di cinismo e di indifferenza», per poter «svegliare le coscienze, perché la società è troppo distratta».
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