Nella lunga prova per uscire dall'emergenza sanitaria ed economica l'Italia lamenta un handicap ulteriore: una classe politica inadeguata alla sfida. A segnalare il problema è Silvio Berlusconi. Intervistato da Antonio Di Bella, direttore di Rainews 24, il leader azzurro punta il dito contro la compagine di ministri che ci governa. «È poco autorevole e poco qualificata», accusa il presidente di Forza Italia. A questa convinzione, aggiunge, sono arrivati anche i leader politici europei. «Il nostro Paese - spiega Berlusconi - è amato e rispettato. Certo non si può non cogliere un diffuso scetticismo sulla capacità di questo governo. E l'Italia rischia di pagare cara in Europa la scarsa credibilità di questo governo».
Il leader azzurro ha spiegato che è «assolutamente necessario» che non venga modificata la proposta della Commissione sul Recovery Fund. «E di sicuro l'Italia non può permettersi una prova muscolare con l'Europa su questo tema».
Ancora una volta Berlusconi torna a rimarcare la posizione di Forza Italia sul Mes e spiega: «Lo troviamo uno strumento strategico e un'occasione straordinaria». E sul fatto che all'interno del centrodestra le posizioni differiscano, aggiunge: «Ben più grave che certe spaccature minino in questo momento la maggioranza di governo». «Noi - aggiunge nel corso dell'intervista a Rainews 24 - siamo i liberali, i cristiani, i garantisti, gli europeisti, decisivi non solo per vincere ma anche per governare. La maggioranza di governo invece barcolla, incapace di mantenere una linea di condotta coerente. Questa debolezza in Europa la avvertono e ce la faranno pagare».
Nel giorno in cui Palazzo Chigi annuncia per la prossima settimana un incontro di Giuseppe Conte con i leader dell'opposizione Berlusconi sottolinea la poca concretezza di questi «confronti» che fino a questa fase della crisi economica e sanitaria, sono state soltanto vuote formule senza costrutto. «Lo abbiamo ripetuto con convinzione: siamo a disposizione con la nostra lunga esperienza di governo, i lunghi anni di relazioni internazionali, la nostra fondamentale cultura di impresa - commenta caustico il leader azzurro -. Il problema è che la parola collaborare significa, anche nella sua etimologia latina, lavorare insieme. L'ascolto puramente formale delle nostre indicazioni è un comportamento del tutto inadeguato alla gravità del momento». Parlando da Villa Pamphilj, dove era in corso la penultima giornata di lavori degli Stati Generali, è lo stesso premier a dare l'annuncio: «Confido di vedere i leader dell'opposizione già nella prossima settimana per un confronto sulla bozza del piano di rilancio che dapresentare in Europa. Da Forza Italia, però, aspettano ancora gesti concreti come il ritrovarsi su temi fondamentali come la sburocratizzazione della macchina statale, gli investimenti sulle infrastrutture e una piena riforma del sistema fiscale. Anche le parole di apertura pronunciate nei giorni scorsi da Franceschini sul Ponte sullo Stretto, e da alcuni esponenti di spicco dei Cinquestelle sulla semplificazione amministrativa e sulla flat tax, vengono viste con interesse da Forza Italia. Ma la prudenza è d'obbligo, suggeriscono alcuni parlamenti azzurri, dal momento che nessuno grillino è ancora passato dalle parole ai fatti.
Sul fronte politico interno al centrodestra nulla è cambiato. Per le elezioni politiche l'alleanza è salda. E anche gli accordi. Berlusconi non si fida delle primarie. «Quando andremo a votare e vinceremo - spiega il leader azzurro nel corso dell'intervista - indicheremo alla guida del governo il leader della forza politica che avrà ottenuto più voti. Oggi questa forza politica è certamente la Lega». E sulle regionali di settembre puntualizza: «L'intesa sui candidati per le amministrative c'è già stata, per cambiarla ci vogliono argomenti convincenti che a oggi non sono stati messi in campo». Ma il centrodestra dovrebbe ricompattarsi già il prossimo 4 luglio quando, secondo fonti della Lega, si dovrebbe realizzare la manifestazione di piazza del Popolo a Roma («senza simboli partitici e con un numero di partecipanti adeguato al necessario distanziamento»).
Le parole di leader hanno comunque registrato un generalizzato apprezzamento nel partito. «Berlusconi ha ragione - spiega il senatore azzurro Francesco Giro - La regola è aurea e consolidata. Chi ha più voti guida la coalizione. Non abbiamo mai creduto alle primarie con gente in fila che veniva da chissà dove. Le nostre primarie sono le elezioni, le uniche che possono certificare una leadership nazionale».
Tuttavia, avverte la vicepresidente della Camera Mara Carfagna, «Forza
Italia deve evitare di omologarsi agli alleati e deve ritornare a essere la voce del mondo produttivo, dei professionisti, degli artigiani, dei commercianti. La ricetta del centrodestra è l'unica in grado di salvare il Paese».
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