Berlusconi sente aria di crisi: "Premier ormai impantanato"

Il Cavaliere in Sardegna per l'operazione Milan chiude all'ipotesi Nazareno bis. Ma nel partito c'è chi lancia l'idea "Grosse Koalition"

Berlusconi sente aria di crisi: "Premier ormai impantanato"

Berlusconi si dedica interamente al Milan, siglando l'accordo con Mr. Bee a villa Certosa in Sardegna. Lascia la politica fuori dalla porta anche se il suo pensiero sulla situazione attuale e sul presidente del Consiglio trapela ugualmente: è impantanato. Sul tavolo del Cavaliere non mancano mai i sondaggi e i dati parlano chiaro: la fiducia in Renzi è scesa al 33% secondo Datamedia e il Pd continua a perdere consensi. E neppure il fiuto manca all'ex premier, convinto che la luna di miele tra il «rottamatore» fiorentino e gli italiani sia arrivata al capolinea. Non è passata inosservata, poi, l'ennesima ruvida vignetta di Giannelli sul Corriere della Sera nella quale si sbeffeggiano le promesse del premier sul fisco. E, visti i numeri in Senato e l'atteggiamento bellicoso della minoranza del Pd, Renzi ha poco da star sereno; e questo nonostante la neonata stampellina verdiniana di palazzo Madama. Già, i verdiniani: micro truppa convinta che sulle riforme Renzi vada appoggiato senza se e senza ma. Ma il mood del Cavaliere non muta e resta fermo sul concetto del «di lui non mi fido più».

Eppure in Forza Italia, a prescindere dalla linea di Denis, c'è chi evoca scenari del tutto inediti. Non la rievocazione di un patto del Nazareno, per carità; ma un vero e proprio accordo stile Grosse Koalition . Non è un caso che ne parli Brunetta nel suo Mattinale: «Il Pd è morto e Renzi galleggia. Basta con questo stillicidio, tutto a scapito del Paese. Prenda atto della situazione, ormai oggettiva. E così faccia anche il presidente Mattarella. Voto anticipato o governo di emergenza nazionale. Tertium non datur ». Ma l'ipotesi resta solo di scuola perché il Cavaliere continua a preferire lo scenario classico: centrodestra di qua e centrosinistra di là. Almeno per ora.

Tutti argomenti, questi, a cui Berlusconi potrebbe fare cenno domani sera a Roma quando si terrà il Consiglio nazionale di Forza Italia. I ben informati, tuttavia, lo escludono sottolineando che la riunione ha in agenda soltanto questioni formali. Ossia: modificare lo statuto per inserire ciò che già è previsto nel regolamento di Fi e per rinnovare i probiviri, come richiesto dalla «Commissione di garanzia degli statuti e per la trasparenza e il controllo dei rendiconti dei partiti politici».

Quisquiglie procedurali e niente di più. Ma il partito resta una pentola a pressione e in tanti giurano che sia imminente il varo del gruppo autonomo di Fitto. Ma per raggiungere quota 20, la soglia minima, i fittiani stanno dando vita a un minestrone. Dentro ci sarebbero i pugliesi, fittiani ortodossi; ma anche un ex «governativo» di Scelta Civica, Pierpaolo Vargiu; un ex alfaniano; un ex grillino, Walter Rizzetto; e perfino la pattuglia dei tosiani (Roberto Caon, Emanuele Prataviera, Matteo Bragantini e, forse, Marco Marcolin).

Ma tra i fittiani è già guerra sotterranea. Chi farà il capogruppo? Pare che stiano già affilando le lame il pugliese Rocco Palese, abilissimo conoscitore dei meccanismi parlamentari e Daniele Capezzone, instancabile uomo-macchina.

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