Silvio Berlusconi è operativo, Arcore torna a essere luogo di colloqui, confronti, telefonate e questo smuove un po' le acque del centrodestra. I sondaggi confermano la forte ascesa di Giorgia Meloni, che avrebbe sorpassato il Pd nella sua rincorsa alla Lega di Matteo Salvini, ancora primo partito, ma la rivalità tra i due giovani aspiranti premier è molto marcata e ha portato a vere e proprie voragini, colmabili con pazienza e pacieri. Ne sono una prova gli scontri sulle Amministrative: un nuovo vertice è atteso la prossima settimana, forse martedì («chiuderemo» prevede Meloni), ma non è un mistero che le trattative, tra Roma e Milano, siano complicate da rimpalli incrociati che vedono di frequente Lega e Fi, «centrodestra di governo», dalla stessa parte del campo.
Anche per questo il fondatore di Forza Italia è convinto che gli azzurri, anche con molti meno voti, mantengano un ruolo da ago della bilancia in questioni rilevanti, dalla riforma fiscale alla difesa dell'identità liberale da possibili derive populiste e sovraniste, o etiche, come ritiene accada con il ddl Zan in discussione al Senato. Questi tre punti, anticipati nell'intervista al Giornale che ha segnato la fine del lungo silenzio di Berlusconi dovuto alle condizioni di salute, sono stati ribaditi ieri anche sui social, risposta implicita agli aspiranti fuggitivi al seguito di Luigi Brugnaro e Giovanni Toti, oltre che a Elio Vito che continua a essere di opinione contraria sulla legge Zan.
Il presidente azzurro ritiene Forza Italia determinante, soprattutto dove la sinistra giallorossa e ancor più renziana sono divise, anche per le Amministrative d'autunno, quando si andrà al voto in metropoli e città importanti quali Milano, Roma, Napoli, Torino, Bologna. Quanto alla Calabria, osservano fonti azzurre vicine a Berlusconi, Fi non pensa che possa essere messa nel conto, per le circostanze eccezionali che hanno portato al voto: dopo la morte, otto mesi dopo la vittoria, dell'azzurra Jole Santelli, e la lunga reggenza del leghista Nino Spirlì, si dà per scontato che il candidato sia di Forza Italia.
Sia Salvini che il coordinatore di Fi, Antonio Tajani, incontreranno in queste ore i «civici» in corsa per Roma, tra i quali Enrico Michetti, lanciato da Fdi, docente e opinionista a «Radio radio» e Simonetta Matone, vicecapo del dipartimento dell'Amministrazione penitenziaria, più vicina all'area Forza Italia- Lega. Tra gli altri nomi l'europarlamentare della Lega Antonio Maria Rinaldi e Maurizio Gasparri (Fi).
A Milano, dove Gabriele Albertini spinge l'azzurro della prima ora Fabio Minoli, e non è mai tramontata l'ipotesi Maurizio Lupi, consolidata dai sondaggi di Pagnoncelli, si fa anche il nome di Oscar di Montigny, marito di Sara Doris, figlia di Ennio Doris di Mediolanum: i coniugi di Montigny sono attivi in banca e in famiglia (hanno cinque figli) e Sara Doris è impegnata nel sociale. Restano in campo Riccardo Ruggiero, ex ad di Telecom, già «capo» di Sala, Maurizio Dallocchio, Bocconi, l'ex rettore della Statale Gianluca Vago, medico, che ha introdotto tornelli telecamere e vigilanti contro i violenti.
A Bologna si segnala Roberto Mugavero, fondatore della casa editrice Minerva, a fianco dell'imprenditore cattolico Fabio Battistini e dell'azzurro Andrea Cangini. A Torino i giochi sono chiusi con l'imprenditore Paolo Damilano e a Napoli con il magistrato Catello Maresca, anche se Fdi sostiene che se tornassero in campo politici, sarebbe tutto da rifare.
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