Prodi fa infuriare Bersani. "Non siamo comari sul ballatoio"

Pierluigi Bersani risponde a Romano Prodi che parlava di "veti personali" nel centrosinistra: "Non è questione di personalismo: c'è un problema di sostanza politica"

Prodi fa infuriare Bersani. "Non siamo comari sul ballatoio"

Bersani contro Prodi, l'ex ministro dello Sviluppo economico contro il suo ex presidente del consiglio. Al leader di Mdp non è piaciuta l'intervista rilasciata ieri dal Professore al Corriere della Sera, dove Prodi affermava che nel centrosinistra "non ci sono vere divergenze sulla strategia e sulle politiche. A bloccare tutto sono i veti personali: tantissimi contro Matteo Renzi. Ma anche quelli di Renzi contro altri".

Un'accusa a cui il suo ex pupillo ha risposto stizzito: "Non ci sono comari sul ballatoio, qui si parla di politica. Nessuna mucca nel corridoio".

La bordata "metaforica" sparata dall'ex segretario del Pd è di quelle che fanno rumore. D'altronde Prodi e Bersani sono legati da un'amicizia ultraventennale: prima insieme nell'Ulivo, poi nell'Unione. In entrambi i casi Prodi era stato scelto come candidato e poi eletto come presidente del consiglio del centrosinistra.

Due fasi cruciali della recente storia politica italiana nelle quali Bersani faceva parte della squadra di governo: la prima volta da ministro dell'Industria, la seconda da titolare del dicastero dello Sviluppo economico. Un legame passato attraverso discussioni anche accese, ma raramente si era arrivati fino a questo punto. Emblematiche le parole del leader di Mdp.

"Se noi stiamo sulle parole d'ordine di una sinistra di vent'anni fa quando la globalizzazione era nascente, lasciamo la protezione alla destra, invece dobbiamo proteggere la gente sui nostri valori". E ha aggiunto: "Non è questione di personalismo o chiacchiere. C'è un problema enorme di sostanza politica, come dico da due o tre anni non stiamo vedendo la mucca nel corridoio, cioè la destra che arriva".

La polemica tra Bersani e Prodi segue le tensioni e le fratture che continuno a registrarsi nel polo più frantumato e litigioso della politica italiana. In occasione dell'assemblea annuale di Centro democratico, il segretario Bruno Tabacci ha "eletto" Pisapia come futuro leader di un centrosinistra allargato dalla Liga Veneta dell'ex leghista Tosi fino a Sinistra italiana.

Una prospettiva che non piace all'incontentabile Bersani, di nuovo avvezzo alle sue solite metafore; se la coalizione "prende tutto il mondo ci siamo anche noi - ha detto - ma qui più che politica si fa geografia".

E poi chiarisce, "sono affermazioni senza senso, sarebbe un listone, sarebbbe riso e fagioli: in cucina va bene, in politica no".

L'ennesimo episodio di una querelle allargata a tutta la sinistra italiana. Subito dopo il fallimento della legge elettorare il segretario Pd Renzi, cambiando idea, aveva aperto a Pisapia, ma l'ex sindaco di Milano aveva risposto all'ex presidente del consiglio accusandolo di pocrisia e opportunismo.

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