L'Italia, in prima linea sul Mediterraneo col Piano Mattei, rafforza le relazioni bilaterali con l'Algeria. Ieri, poco dopo la fine del G7, la premier Giorgia Meloni ha incontrato il presidente della Repubblica algerina democratica e popolare Abdelmadjid Tebboune. Palazzo Chigi ha subito espresso «profonda soddisfazione» per le «relazioni bilaterali» con il Paese del Nord Africa. Poi l'elenco degli ambiti di collaborazione tra le due nazioni: politiche industriali, agricole ed energetiche. Tra i placet ottenuti al G7 dalla presidente del Consiglio - fra i tre «sì» - anche quello sul Piano battezzato con il nome dell'ex presidente dell'Eni. Un progetto pragmatico, per nulla simbolico, che influisce sulla gestione dei fenomeni migratori, certo, ma anche sullo sviluppo reciproco tra Paesi. Molto spazio verrà riservato alla formazione professionale. La premier Meloni, durante la conferenza stampa di chiusura, si è detta «fiera» che i grandi del mondo abbiano «condiviso» l'«approccio» italiano sul continente africano. E con l'Algeria si continuerà a lavorare in maniera fruttuosa. È previsto, in breve tempo, l'avvio di un progetto di agricoltura sostenibile. Sarà della partita anche il gruppo agroindustriale italiano che è sotto il controllo di BF-Bonifiche Ferraresi Spa, il cui amministratore delegato è Federico Vecchioni. Non un disegno di poco conto, anzi: 36mila ettari su cui saranno impegnati algerini e italiani. Nessun governo precedente aveva mai fatto un investimento così in quella parte di mondo. E nessun progetto agricolo di questa portata era mai stato concepito per il Mediterraneo.
Tanto che il presidente Tebboune ha espresso estremo compiacimento a Vecchioni per quanto messo in campo. Meloni e Tebboune si sono anche soffermati sulla geopolitica internazionale. L'Algeria è, per questo biennio, un membro del Consiglio di sicurezza dell'Onu.
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