
Dalla moka alle nuove macchine espresso, dal Carosello al debutto in Borsa. «La nostra è una storia italiana, lunga più di un secolo, fatta di sguardo al futuro e passione per il caffè». Il claim che campeggia da anni sul sito di Bialetti, gruppo fondato a Omegna nel 1919 e simbolo del made in Italy, è storia passata. La società parlerà cinese e lascerà per sempre Piazza Affari dopo 18 anni, era il 27 luglio 2007 quando l'azienda - divenuta famosa per le sue caffettiere e per il simbolico omino con i baffi nato dalla matita di Paul Campani - esordì raggiungendo un massimo storico a 2,298 euro. Valore che non rivedrà mai più.
Ieri il titolo è balzato di oltre il 61% a 0,45 euro in scia alla firma con cui è stato suggellato lo storico cambio di proprietà: l'operazione di vendita al fondo Nuo, controllato dalla famiglia cinese Pao-Cheng. Un passaggio che apre un nuovo capitolo per il gruppo, il terzo, dopo l'avvio (e la costruzione del mito) nel distretto di Omegna e la gestione, ventennale, sotto il controllo della famiglia Ranzoni, con lo spostamento nella sede bresciana di Coccaglio e la quotazione a Piazza Affari. Il tentativo di trasformare Bialetti in un gruppo multiprodotto affiancandogli i piccoli elettrodomestici Girmi e le pentole Aeternum, è tuttavia fallito. E oggi a Bialetti rimane la filiera della preparazione del caffè.
L'ingresso di Nuo Octagon è solo l'ultimo atto di un processo di ristrutturazione del debito da 75 milioni che ha portato alla dismissione anche dell'ultimo ramo d'azienda in accordo con i creditori, la banca illimity (fondata dall'ex ad di Intesa Sanpaolo e ed ex ministro Corrado Passera) e Amco, la società di gestione crediti che fa capo al Tesoro. Nuo ha sottoscritto due contratti di compravendita per l'acquisto del 78,56% di Bialetti Industrie. Il primo con Bialetti Investimenti e Bialetti Holding (entrambe interamente detenute dal presidente Francesco Ranzoni) prevede l'acquisto del 59,002% per 47,33 milioni; un secondo contratto con Sculptor Ristretto Investment riguarda il passaggio del 19,565% del capitale per 5,73 milioni. A fine giugno, poi, sarà promossa un'offerta obbligatoria sulle restanti azioni in circolazione a un prezzo stimato non inferiore ai 0,467 euro per azione (da qui il motivo del rimbalzo del titolo che ieri si è così portato appena sotto questo valore). Previsto l'apporto di finanza fresca per 50 milioni.
Il fondo cinese investe in marchi che possono essere esportati nella madrepatria (è già presente in Venchi e in Proraso) ma allo stesso tempo rafforza la presenza del Dragone
in Europa e In Italia. L'epilogo di Bialetti è solo l'ultimo tassello di uno shopping che ha portato verso Oriente simboli del made in Italy come Candy, Ferretti Yacht, Krizia e Benelli. Acquisti facili come bere un caffè.
- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
- sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.