Un bianco massacrato non fa notizia: così Davide è stato ucciso due volte

Cosa aveva Davide Giri, rispetto ad altri nostri giovani connazionali assassinati all'estero, da essere prestamente dimenticato, dopo un giorno o poco più?

Un bianco massacrato non fa notizia: così Davide è stato ucciso due volte

Cosa aveva Davide Giri, rispetto ad altri nostri giovani connazionali assassinati all'estero, da essere prestamente dimenticato, dopo un giorno o poco più? Perché era figlio di un dio minore? Perché larga parte della stampa, ha minimizzato l'assassinio dello studente? La risposta dei difensori dei media mainstream è prevedibile: mentre Valeria Solesin o Antonio Megalizzi, solo per citare due nomi, sono stati uccisi dai terroristi, quello di Davide sarebbe un fatto di cronaca nera, senza reali motivazioni «politiche». Eppure, come ha scritto Federico Rampini sul Corriere della Sera, parlando dei giornali liberal statunitensi, quasi ignari della notizia, se Davide fosse stato assassinato da un bianco, anziché da un nero, se l'aggressore fosse risultato per qualche ragione legato alla estrema destra, e se per sovrannumero la vittima fosse stata di pelle scura, il caso avrebbe tenuto banco per settimane per denunciare la crescita del razzismo.

Di omicidio razzista, altro che fatto di cronaca, si è tuttavia trattato. L'assassinio ha scelto Davide per il colore della sua pelle. E questo è un tabù assoluto, che il giornalismo mainstream americano e anche italiano, non riesce a affrontare. Per le anime belle del progressismo mediatico, infatti, il razzismo è sempre quello dei bianchi contro i neri o comunque contro altre etnie. Mentre, negli Stati Uniti, è ben noto che ogni giorno si verificano atti di razzismo dei neri contro i latinos e gli asiatici e viceversa, ma con una maggiore prevalenza dei primi. Insomma, essere stati a lungo vittima del razzismo non ne rende le persone di colore immuni; e del resto, le guerre in Africa, basti pensare al Ruanda, sono stati conflitti eminente razzistici, di etnie contro etnie. Tutto questo non è ignoto al Giornalista Collettivo Mainstream ma deve essere nascosto o almeno minimizzato, in nome di una doppio dogma: quello anti occidentale e quello della auto-colpevolizzazione. Quello anti occidentale è un lascito del Sessantotto, per il quale tutti i popoli extra europei sarebbero, se non buoni, almeno giustificabili, perché per secoli dominati dagli Europei, che li avrebbero colonizzati.

Ne discende il secondo Dogma: se noi occidentali li abbiamo sfruttati, siamo

colpevoli e quando essi compiono azioni delittuose, dobbiamo essere indulgenti. Il povero Davide è stato quindi doppiamente sfortunato: a capitare di fronte all'uomo sbagliato nel momento sbagliato e a non avere la pelle nera.

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