Biciclette e scooter carbonizzati abbandonati vicino al campo da calcio a Majdal Shams. È lo scenario dopo l'attacco missilistico di sabato sulle alture del Golan che ha ucciso almeno 12 giovani drusi tra i 10 e i 16 anni. L'esercito israeliano ha dichiarato che a colpire è stato un razzo di fabbricazione iraniana con una testata di 50 chilogrammi, utilizzato dal gruppo libanese Hezbollah, sostenuto da Teheran. La strage ha fatto anche esplodere le preoccupazioni di un'escalation ed è grande il timore che la guerra a Gaza si allarghi a tutta la regione. Il Partito di Dio intanto ha evacuato diverse posizioni vicino al confine con Israele e nel Libano orientale in previsione della rappresaglia di Tel Aviv. Mentre il primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu ha convocato il gabinetto di sicurezza e il ministro della Difesa israeliano Yoav Gallant ha giurato: «Hezbollah pagherà un prezzo per questo». «La nostra risposta arriverà e sarà dura», ha tuonato pure Netanyahu in visita a Majdal Shams. «Hezbollah, con il sostegno iraniano, ha lanciato qui un missile iraniano che ha causato la morte di 12 anime innocenti», ha aggiunto il primo ministro. «Alla comunità drusa - ha concluso ancora il premier - dico: non perdete la speranza di fronte alle aggressioni dell'asse del male dell'Iran e degli Hezbollah. Lo stato di Israele continuerà a essere al vostro fianco, qui, in tutta la regione, oggi domani e sempre».
Non tutto però è proceduto senza problemi durante la visita. Circa 200 residenti di Majdal Shams hanno dimostrato contro Netanyahu: «Vattene via», «assassino» e «sei il nemico di tutti noi», hanno gridato. L'atmosfera è incandescente e già ieri si è visto un assaggio della rappresaglia promessa dallo Stato ebraico nel Sud del Libano. Una persona è stata uccisa e quattro sono rimaste ferite in un attacco aereo di Tel Aviv su un'auto e una moto tra le città di Mays al-Jabal e Shaqra. Pesanti bombardamenti anche su Houla, mentre gran parte del Libano meridionale si prepara a una risposta israeliana. Secondo l'agenzia di stampa britannica Reuters lo Stato ebraico si sta organizzando per un possibile conflitto della durata di alcuni giorni e avrebbe intenzione di «danneggiare» le milizie di Hezbollah ma senza arrivare a una guerra su scala regionale.
In ogni caso il Libano si sente di nuovo sull'orlo dell'abisso. Alcuni voli all'aeroporto di Beirut sono stati cancellati o ritardati, come fa sapere Middle East Airlines, la compagnia di bandiera del Paese dei cedri. Così come quelli di Lufthansa, Air France e Transavia. Berlino ha chiesto ai propri connazionali di lasciare il Paese e anche il ministro degli Esteri Antonio Tajani lo ha consigliato ai 3mila italiani. Mentre il portavoce di Hezbollah, Jaafar Husseini, ha minacciato: «Se l'entità sionista osa aumentare l'intensità delle operazioni su Gaza e Libano, le nuove regole di ingaggio non saranno a suo favore. Qualsiasi operazione israeliana non sarà nell'interesse del suo malvagio sponsor: l'America».
Sono ore concitate e il ministro degli Esteri libanese Abdallah Bou Habib ha rivelato che un'intensa attività diplomatica è in corso per contenere la risposta di Tel Aviv. Hezbollah ha anche cominciato a spostare alcuni dei suoi missili ad alta precisione da usare se necessario.
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