«C'è stato un momento di shock, di rabbia. Ora, dobbiamo fare progressi», spiega il portavoce del governo francese Gabriel Attal. Per questa ragione «nei prossimi giorni», «su richiesta di Biden» - sottolinea - il presidente francece Emmanuel Macron sentirà il capo della Casa Bianca. La ferita è profonda e brucia ancora dopo l'annuncio dell'accordo di sicurezza trilaterale Usa-Gran Bretagna-Australia che lascia fuori la Francia dall'alleanza strategica cruciale nell'Indo-Pacifico, in funzione anti-Cina. Oltre al danno per essere stata messa nell'angolo dello scacchiere mondiale, si è aggiunta per la Francia la beffa della perdita di un contratto da 65 miliardi di dollari con l'Australia per la costruzione di 12 sottomarini diesel-elettrici convenzionali. «Cosa c'è in gioco in questa vicenda - spiega il portavoce del governo di Parigi - sono questioni strategiche prima che commerciali».
Gli Stati Uniti devono tentare di ricucire uno strappo che il ministro degli Esteri francese Jean-Yves Le Drian ancora ieri definiva una «grave crisi», acuita dalla decisione di Parigi di richiamare per consultazioni gli ambasciatori in Australia e Stati Uniti. «È la prima volta nella storia delle relazioni tra Usa e Francia», ha ricordato il ministro, definendo la mossa «un atto politico pesante».
La situazione per la Francia è già ai ferri corti con il governo australiano. Tra Parigi e Canberra ci si rinfaccia la tempistica dell'annuncio. «L'Australia ha avvisato la Francia di voler abbandonare l'accordo per la fornitura di sottomarini e del nuovo accordo Aukus la sera prima «verso le 20.30», spiega il premier australiano Scott Morrison. Ma «è stata aperta e onesta», aggiunge il ministro della Difesa australiano Peter Dutton. Le Drian è indignato. Dice che Parigi è stata avvertita appena «un'ora prima» del fatidico accordo il 16 settembre e parla di «doppiezza, disprezzo e bugie»: «Non si può giocare in alleanze del genere. Quando hai un alleato, non lo tratti con tanta brutalità e imprevedibilità».
È evidente che Macron sia stato tenuto all'oscuro dell'accordo fino alla fine. E che lo strappo non sarà facile da ricucire e tocchi il ruolo internazionale della Francia, con gravi ripercussioni d'immagine per il presidente a caccia di riconferma nel 2022, lo si capisce ancora dal leader australiano Morrison: «Non mi pento della decisione di mettere al primo posto l'interesse nazionale australiano, non lo farò mai». Parigi aveva «tutte le ragioni per sapere» che l'Australia aveva «profondi e seri timori» che la capacità dei suoi sottomarini «non avrebbe soddisfatto i nostri interessi strategici». Un altro schiaffo per Macron dall'Australia. A raggiungere l'obiettivo è infatti l'America di Biden, che con il Regno Unito offre a Canberra 8 sottomarini a propulsione nucleare, con raggio d'azione illimitato e capaci di inabissarsi per mesi. Obiettivo: arginare la Cina, più debole nel combattimento negli abissi.
Il presidente francese chiederà al telefono «chiarimenti» al capo della Casa Bianca. «Vogliamo spiegazioni», insiste il portavoce del governo di Parigi, ricordando che gli Usa devono rispondere di quel che «sembra una grave violazione della fiducia». Il leader americano viene toccato nel vivo da giorni: la sua è una decisione «brutale, unilaterale e imprevedibile», aveva già detto Le Drian. Il metodo di Biden «assomiglia a quello di Trump, senza i tweet».
Quanto alla Gran Bretagna, che tramite il neoministro degli Esteri Liz Truss difende l'accordo definendo Londra «testarda nel difendere i propri interessi», Parigi è ancora più dura: «Non c'è bisogno di richiamare il nostro ambasciatore nel Regno Unito.
Conosciamo bene l'opportunismo perenne della Gran Bretagna. E in questo caso sono la ruota di scorta». Ma è Biden che dovrà mettercela tutta adesso per dimostrare che la Francia non è meno di una ruota di scorta per l'America. E così l'intera Europa.
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