Vertice di famiglia a Camp David per Joe Biden. Dopo la débacle di Atlanta, il presidente americano e la moglie Jill hanno riunito il resto del clan per ragionare sul futuro della corsa per la rielezione alla Casa Bianca. Secondo quanto rivela Nbc citando cinque persone che hanno familiarità con la vicenda, il viaggio di Biden nella residenza sulle montagne del Maryland era previsto prima del dibattito di giovedì, e il fatto che la first couple raggiungesse figli e nipoti dopo gli eventi elettorali in North Carolina e a New York era già in programma. Ma visti i recenti sviluppi, il weekend è stato l'occasione per un incontro privato tra le persone più influenti nella vita di Biden.
La famiglia ha avuto un ruolo chiave nella scelta di candidarsi nel 2020, e adesso potrebbe aiutarlo a prendere una delle decisioni più complesse della sua lunga vita politica. Finora i massimi esponenti del partito democratico hanno assicurato sostegno pubblico a Biden, a partire dai messaggi degli ex presidenti Barack Obama e Bill Clinton. Ma i dem di spicco del Congresso, tra cui i deputati Hakeem Jeffries di New York, Jim Clyburn della South Carolina e Nancy Pelosi della California, avrebbero espresso in privato preoccupazioni sulla sua tenuta, secondo quanto riferito a Nbc da due fonti informate, anche se pubblicamente tutti sostengono il comandante in capo. Allo stesso tempo, tra i principali membri del partito, c'è accordo sul fatto che solo Biden, dopo aver consultato la sua famiglia, possa decidere se andare avanti o terminare la campagna: «Chi prende le decisioni sono due persone: il presidente e sua moglie», ha detto una delle fonti vicine alle discussioni. E un'altra ha aggiunto: «L'unica persona che ha la massima influenza su di lui è la first lady. Se decide che deve esserci un cambio di rotta, ci sarà un cambio di rotta». Sinora, tuttavia, entrambi si sono mostrati più che determinati a proseguire. «Joe non è solo la persona giusta per questo lavoro, ma è l'unica persona per questo lavoro», ha spiegato la moglie di Biden durante un evento di raccolta fondi negli Hamptons, esclusiva località di vacanza a Long Island (New York). Parole che sembrano escludere ogni ipotesi di abbandono della corsa alla Casa Bianca e di candidati alternativi. «Penso che dovrei andarmene ora», ha poi affermato lui, scherzando sugli appelli di media e analisti a ritirarsi. «Non ho avuto una grande serata, ma nemmeno Trump», ha proseguito, prima di menzionare l'editoriale del board del New York Times che lo invita a lasciare, ma precisando che il quotidiano ha evidenziato pure come il tycoon abbia mentito per tutto il dibattito. «Donald Trump è una vera minaccia... Distruggerà la democrazia. Io la difenderò», ha detto ancora, promettendo che «vinceremo queste elezioni».
Sabato il presidente ha partecipato a una tripla raccolta fondi, cercando di rassicurare i grandi donatori che può vincere la rielezione a novembre. Il timore è che se i sondaggi mostreranno un significativo calo nei consensi (per l'ultima proiezione di Cbs il 72 per cento degli americani Biden non ha la «salute mentale e cognitiva» per diventare presidente), potrebbero fare un passo indietro. La Cnn ha spiegato che il vasto universo dei ricchi sostenitori di Biden è diviso lungo tre linee di pensiero: una fazione sostiene che fare pressione sul ritiro (quando lui sembra irremovibile nel voler restare) sarebbe autolesionistico, mentre un'altra chiede un approccio intermedio, affermando che i leader del partito dovrebbero prendere in considerazione misure drastiche solo dopo aver esaminato più da vicino le conseguenze di giovedì sera.
Un terzo gruppo di donatori e consiglieri che hanno meno legami diretti con la cerchia di Biden, invece, sta invitando in modo proattivo i dem a non perdere tempo e ad avviare immediatamente il processo di ricerca di un nuovo candidato visto che mancano quattro mesi alle elezioni.
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