Biden: "Non si ama il Paese soltanto quando si vince"

Lezione del presidente uscente che promette una transizione pacifica e reclama i successi: "Siamo l'economia più forte"

Biden: "Non si ama il Paese soltanto quando si vince"
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«In una democrazia, la volontà del popolo prevale sempre». Joe Biden parla alla nazione dal Giardino delle rose della Casa Bianca dopo la schiacciante sconfitta di Kamala Harris e invita ad «accettare la scelta fatta dal Paese». È un discorso breve, solenne e accorato quello del presidente uscente, che sottolinea la necessità di «abbassare la temperatura» della politica Usa, e si impegna a garantire una transizione «pacifica e ordinata» al Partito repubblicano. Anche Harris, prima di lui, si era impegnata ad «aiutare» con il trasferimento del potere. «Una cosa che spero possiamo fare, indipendentemente da chi abbiamo votato, è vederci l'un l'altro non come avversari, ma come cittadini americani - afferma il comandante in capo - Non si può amare il proprio Paese solo quando si vince, e non si può amare il proprio vicino solo quando si è d'accordo».

Biden dice di aver parlato ieri con Donald Trump congratulandosi per la sua vittoria, e di avergli «assicurato che ho dato ordine alla mia intera amministrazione di lavorare con la sua squadra per assicurare una transizione pacifica e ordinata». Il sistema elettorale americano è «onesto, giusto e trasparente, e il 20 gennaio avremo un pacifico trasferimento del potere», ribadisce, promettendo che adempierà al suo giuramento, e onorerà la Costituzione. Rivolto agli americani, sottolinea che «non possiamo mollare. Abbiamo perso questa battaglia, le sconfitte sono inevitabili, ma mollare è impensabile». Il presidente, consapevole che la batosta elettorale avrà ripercussioni anche sulla sua eredità politica, rivendica alcuni dei successi della sua amministrazione: «È un momento difficile, state soffrendo. Ma non dimenticate tutto quello che abbiamo realizzato. È stata una presidenza storica. Lasciamo l'economia più forte al mondo». «Insieme abbiamo cambiato il Paese in meglio. Ora abbiamo 74 giorni alla fine del mandato, facciamo sì che ogni giorni conti, è una responsabilità che abbiamo nei confronti degli americani. L'America dei vostri sogni chiede di rialzarvi. Andrà tutto bene, ma dobbiamo restare impegnati», prosegue, lodando la campagna di Harris, che è riuscita a «ispirare», definendo la sua vice «una partner incredibile», ed elogiandone «l'integrità e il coraggio»: «Continuerà ad essere una leader che i nostri figli ammireranno per le generazioni a venire, lasciando il suo segno nel futuro».

L'ovazione tributata all'82enne presidente, che ha deciso a fine luglio di ritirarsi dalla corsa per il secondo mandato, non cancella l'amara conclusione di cinquant'anni di vita politica, che terminano con l'umiliazione di una sconfitta clamorosa. Biden, secondo fonti di Nbc News, sarà al giuramento di Trump a gennaio, stessa cosa che Barack e Michelle Obama fecero nel 2017 per il primo insediamento del tycoon. E già la prossima settimana potrebbe incontrare il presidente eletto, che ha invitato alla Casa Bianca come da tradizione: il team di Trump sta discutendo su quando si recherà a Washington, e stando a fonti della Cnn questo potrebbe avvenire nei giorni precedenti alla partenza di Biden per il Sudamerica, il 14 novembre. Una visita con tappe in Perù, Brasile e nella foresta amazzonica, oltre a un summit con i leader della regione Asia-Pacifico e al G20. Capire come Trump affronterà le relazioni con quei leader in un secondo mandato influenzerà gli incontri bilaterali del comandante in capo, così come le interazioni a margine con gli avversari degli Stati Uniti.

The Donald, che non ha mai riconosciuto la sua sconfitta nel 2020 e che non ha partecipato alla cerimonia di insediamento di Biden quattro anni fa, secondo il suo staff «non vede l'ora di questo incontro», e sta spingendo affinché avvenga prima del viaggio del presidente uscente.

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