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Biocarburanti, c'è l'ok Italia più vicina a salvare la filiera auto

Parere positivo per i mezzi pesanti, crepe nel muro dei diktat "green" in Europa. Fdi e Lega: "Svolta"

Biocarburanti, c'è l'ok Italia più vicina a salvare la filiera auto
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È ancora presto per cantare vittoria ma si può affermare senza timori di smentita che l'impianto generale del Green Deal è in crisi. Lo testimoniano le spaccature nella maggioranza europea sui temi ambientali e l'esito di ieri in commissione Trasporti al Parlamento Ue, dove le sinistre e i Verdi sono finiti sotto nelle votazioni sul parere in merito alla relazione sulle emissioni di Co2 dei mezzi pesanti. Il risultato più importante è stato il via libera al parere sull'utilizzo dei biocarburanti per i mezzi pesanti (approvando una definizione di «Carburanti CO2 neutri») che potranno tornare ad avere un ruolo centrale nella decarbonizzazione anche grazie al «fattore di correzione del carbonio» che consente margini di flessibilità collegati al loro utilizzo. Resta poi invariato l'obiettivo di riduzione delle emissioni per il 2030 come già approvato nel 2019 con ricadute anche sugli autobus urbani a biometano che potranno continuare a circolare.

Esultano i partiti del centrodestra italiano a partire dagli europarlamentari di FdI-Ecr Carlo Fidanza e Pietro Fiocchi che parlano di «un grande successo e può segnare un punto di svolta fondamentale verso una transizione realistica e non ideologica nel settore dei trasporti» e di «un grande schiaffo alla sinistra rosso-verde che insiste sulla linea dell'ultra-ambientalismo senza guardare alla realtà».

Soddisdatta anche la Lega che, in una nota degli europarlamentari Paolo Borchia, Annalisa Tardino, Matteo Adinolfi, Antonio Maria Rinaldi, parla di un voto che va nella direzione di fermare «le eurofollie ideologiche della Commissione che chiedeva di imporre il 100% elettrico già dal 2030».

Il segnale è «importante: serve un netto cambio di rotta in Ue, più concretezza e meno ideologia. Con l'addio di Frans Timmermans, tutte le forze politiche in Europa si stanno rendendo conto del caro prezzo delle eurofollie portate avanti da questa Ue, distante anni luce dalla realtà, che penalizzano la nostra competitività e non apportano un contributo significativo per la tutela dell'ambiente, se paragonati alle dinamiche globali». L'Europarlamentare Massimiliano Salini di Forza Italia, relatore per il Gruppo PPE sul nuovo regolamento sulle emissioni CO2 per i veicoli pesanti, aggiunge un altro elemento: il ruolo della Cina nell'automotive. «Esiste già uno strumento efficace per contrastare la concorrenza sleale della Cina nell'elettrico: la neutralità tecnologica, la possibilità concreta di ricorrere ad altre tecnologie, come il motore a combustione» spiega Salini che aggiunge: con la definizione di «carburanti Co2 neutri» e il «fattore di correzione del carbonio» votati dall'Europarlamento «si riconosce infatti l'efficacia dei carburanti alternativi, come i biocarburanti, nel taglio delle emissioni, si salvaguarda il motore a combustione, evitando di consegnarci totalmente e pericolosamente all'elettrico, assicurando così libertà di scelta e una solida difesa industriale dal dumping asiatico».

Sebbene la strada per una revisione del Green Deal sia tracciata anche in vista della prossima legislatura europea, in cui potrebbero cambiare gli equilibri della maggioranza, il voto in commissione Trasporti è solo un parere.

Il provvedimento deve ancora passare dalla Commissione Ambiente e poi dalla plenaria, un iter lungo per un'approvazione definitiva. Il dato politico è però innegabile: il Green Deal scricchiola e l'apertura ai biocarburanti è un'importante vittoria per l'Italia già penalizzata dalla precedente scelta di includere l'e-fuel favorendo la Germania.

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